Tonfo per le Borse internazionali
Martedì da dimenticare per le Borse di tutto il mondo. La tempesta è cominciata a Shanghai: la Piazza cinese ha messo a segno il calo più pesante, circa nove punti percentuali, degli ultimi anni.
Un’ondata di pessimismo che si è fatta sentire anche in Europa dove è partita la pioggia di vendite, tanto che in solo giorno sono stati bruciati 272 miliardi di euro di capitalizzazione. Da Parigi a Francoforte, da Londra ad Amsterdam, tutte le principali Piazze del Vecchio continente hanno ceduto ognuno circa il 3%: il Mibtel ha perso il 3,22%, il Cac40 ha ceduto 3,02%, il Ftse ha lasciato sul parterre il 2,31%, mentre il Dax ha registrato un calo pari al 2,96%.
Una tempesta violenta che ha investito anche l’America. Wall Street ha vissuto una delle peggiori sedute dal settembre del 2001, all’indomani degli attentati alle Torri Gemelle a New York. Un vento negativo che si è cominciato a far sentire sin dall’inizio delle contrattazioni, subendo della accelerazioni brusche in territorio negativo nel corso della seduta. I principali indici a stelle e strisce hanno poi terminato la giornata, perdendo intorno al 3%.
Un’ondata di ribassi che ha colpito anche Tokyo che ha perso infatti il 2,85%. Il Nikkei, l’indice dei 225 titoli guida, è sceso a 17.604,12 punti, 515,80 in meno della chiusura di martedì, dopo un’apertura a -3,23%. La Borsa nipponica è stata costretta anche a interrompere le contrattazioni per la prima volta dal 12 settembre 2001.
A pesare come un macigno sono state anche le parole dell’ex presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, che ha detto di attendersi per i prossimi mesi sorprese negative dall’economia americana e potenzialmente quindi anche dai mercati finanziari. L’ex guida della banca centrale americana, parlando lunedì scorso a un convegno a Hong Kong, ha addirittura anticipato la possibilità di una recessione negli Stati Uniti entro la fine dell’anno, determinata dalla chiusura del ciclo economico espansivo iniziato nel 2001. Dati i legami stretti che corrono tra l’America e la Cina, non c’è da stupirsi degli effetti devastanti che si sono visti a Shanghai e nel resto del mondo.