Tlc: c’è chi sta peggio di Tim in Borsa, a sorpresa è la temutissima Iliad
E’ stata un’estate decisamente difficile in Borsa per il titolo Tim o Telecom Italia che dir si voglia. A luglio ha toccato i minimi a 5 anni sotto la soglia di 0,6 euro e nell’arco degli ultimi tre mesi e mezzo il valore di mercato è sceso di oltre il 26 per cento portando a -15% il saldo da inizio anno.
Tim soffre l’effetto Iliad. Una debacle dovuta allo spegnersi dell’appeal speculativo legato all’ascesa di Elliott nell’azionariato che ora viene visto dagli analisti come un potenziale ostacolo per i possibili contrasti a livello di governance tra Vivendi ed Eliott.
I minimi in Borsa di Tim sono coincisi il mese scorso con l’acuirsi dell’effetto Iliad, che in soli 50 giorni ha raggiunto il traguardo di 1 milione di utenze attive in Italia, con conseguente rischio che una guerra dei prezzi eroda la quota di mercato di Tim e soprattutto comporti minori ricavi per cliente.
Ma per Iliad è conti non tornano a casa sua. A sorpresa tra le tlc europee quella a soffrire ancora più di Tim è proprio la francese Iliad, che segna un allarmante -37% alla Borsa di parigi da inizio anno che diventa -42% considerando gli ultimi 12 mesi (rispetto al “solo” -18% di Tim rispetto ad agosto 2017). Iliad viaggia così ai minimi da gennaio 2013.
Qual’è il motivo del malessere in Borsa di Iliad? Sostanzialmente la stessa preoccupazione che Tim ha in Italia, ossia l’operatore tlc transalpino potrebbe accusare il colpo in patria con una fuoriuscita di clienti che stando alle ultime indicazioni potrebbe acuirsi nei prossimi trimestri. I dati del secondo trimestre di Iliad sono in arrivo il 4 settembre. Stando a quanto riferito nelle scorse settimane da Bloomberg News un numero record di clienti mobili ha abbandonato Iliad nel secondo trimestre a favore di Orange.
L’operatore fondato da Xavier Niel riscuote ancora i favori degli analisti con il consensus Bloomberg che vede i Buy prevalere con una quota del 52% e un potenziale upside del 46% rispetto ai valori attuali. Ma cresce lo scetticismo con Berenberg (rating buy) che si aspetta un secondo trimestre peggiore del primo “ma l’importante sarà vedere quanto peggiore”.