I timori di un rallentamento dell’economia Usa portano nuovo nervosismo sulle Borse
Tutti giù per terra. Si riaffacciano di nuovo i timori sulla tenuta della ripresa dell’economia americana. E i principali mercati finanziari del Vecchio Continente avviano la seduta nel segno del rosso. In questo momento a Parigi il Cac 40 perde l’1,35% a 3.440 punti, mentre a Londra il Ftse lascia sul terreno l’1,29 % a 5.134 punti. In rosso anche Francoforte (-1,18% a 5.842 punti) con l’indice Aex in ribasso dell’1,20% a 311,70 punti. Anche Piazza Affari ha avviato la giornata borsistica in deciso calo. Il Ftse Mib lascia sul campo l’1,45% a 19.413 punti, mentre il Ftse All Share arretra dell’1,37% a 20.004 punti.
Solo segni rossi affollano il paniere dei titoli a maggiore capitalizzazione della Borsa di Milano. Buzzi Unicem scivola del 2,98%, Fiat del 2,57%, Unicredit del 2,27%, Pirelli del 2,37%, Stm del 2,16%. Le vendite non risparmiano nessuno: Intesa Sanpaolo perde il 2,24%, Fonsai il 2,03%, Telecom l’1,03%. Si tratta di un copione già andato in onda in Asia.
Le principali piazze dell’area Asia-Pacifico sono in deciso calo sui timori di una empasse dell’economia Usa e sulla scia dello scivolone della Borsa di Tokyo. Il listino nipponico ha, infatti, archiviato gli scambi in profondo rosso a -3,55%, portandosi a 8.824,06 punti, 325,20 in meno della chiusura di ieri. Con il tonfo di oggi la Borsa di Tokyo è sprofondata ai minimi degli ultimi 16 mesi, trascinata al ribasso dal rafforzamento dello yen nei confronti delle principali valute internazionali.
La corsa della moneta giapponese non è stata fermata neppure dalle nuove iniziative d’emergenza varate dalla Bank of Japan (BoJ), che ieri ha annunciato una estensione delle misure di alleggerimento monetario proprio per tentare di contrastare il rafforzamento del super yen. La valuta del paese asiatico ha continuato la sua corsa, portandosi ai massimi degli ultimi quindici anni rispetto al dollaro.
Gli investitori non sono stati rassicurati dai dati, poco sopra le attese, sui consumi personali Usa diffusi ieri e guardano già all’importante dato sull’occupazione americana in calendario venerdì. Le scommesse sono aperte, ma sono sempre più numerosi gli strategist ed economisti che mettono in dubbio la capacità degli Stati Uniti di dare vita a una ripresa capace di uscire dal pantano della crisi. L’ennesima conferma arriva dall’oro: il bene rifugio per eccellenza in tempi di incertezza ha messo a segno consistenti guadagni, registrando ad agosto un balzo di quasi il 5%.