Notizie Notizie Italia Il Tesoro italiano supera il test dei Bot, Piazza Affari debole con le banche

Il Tesoro italiano supera il test dei Bot, Piazza Affari debole con le banche

10 Agosto 2011 10:05

Il Tesoro supera lo scoglio dell’asta Bot in un clima estremamente volatile sui mercati finanziari. Questa mattina sono stati assegnati 6,5 miliardi di euro di Buoni del Tesoro ordinari a 12 mesi che hanno strappato un rendimento del 2,959%, in calo rispetto al 3,67% dell’asta di luglio ma ancora sopra il 2,147% di giugno. Alla vigilia la maggior parte degli analisti avevano pronosticato un rendimento al 2,6-2,7%, ma il conforto è arrivatao dalla buona domanda: 12,64 miliardi di euro, praticamente il doppio dell’offerta. Di conseguenza, il rapporto bid to cover si è attestato all’1,994 volte rispetto al precedente 1,55 volte.


Superato questo test, le prossime aste nazionali riprenderanno a fine mese: Bot e Ctz il 26 agosto, Btp legati all’inflazione il 29 agosto e titoli a lungo termine il 30 agosto. Dopo l’asta dei Bot, si è ristretto anche lo spread tra il Btp italiano a dieci anni e il Bund tedesco, tornato sotto 280 punti base dopo che nei primi scambi si era allargato a 290 punti. La stabilizzazione delle obbligazioni italiane sul mercato secondario è dovuto principalmente agli acquisti della Banca Centrale Europea, intervenuta ad inizio settimana per placare le tensioni che avevano circondato i Btp e i Bonos spagnoli.
 
Dopo il buon esito dell’asta, Piazza Affari ha ridotto le perdite e adesso mostra un ribasso dello 0,5% a 15.620 euro. La debolezza del listino meneghino è dovuta soprattutto alla performance negativa del comparto bancario: Ubi Banca cede il 3,82% a 2,66 euro, Intesa SanPaolo il 4,04% a 1,259 euro, Unicredit il 3,37% a 1,03 euro, Monte dei Paschi il 3,05% a 0,45 euro, Banco Popolare il 2,42% a 1,168 euro, Popolare di Milano l’1,86% a 1,42 euro.
 
Grande attesa per l’apertura di Wall Street, che ieri ha riscattato il “black Monday”.  
Gli indici americani hanno accelerato nel finale di seduta apprezzando le decisioni della Fed. L’istituto centrale Usa, sottolineando i rischi di una nuova recessione, ha deciso di lasciare i tassi d’interesse tra lo zero e lo 0,25% per i prossimi due anni. Per il futuro la Fed ha ribadito che potrebbero essere attuate nuove misure a sostegno della ripresa, anche se per il momento non sono state annunciate decisioni in merito all’avvio di nuove iniezioni di liquidità.