Telecom Italia agli spagnoli, Telefonica sottoscrive aumento di capitale Telco

E’ stato raggiunto in nottata l’accordo tra Telefonica e i soci italiani Generali, Intesa Sanpaolo e Mediobanca di Telco funzionale, tra l’altro, alla ricapitalizzazione e al rifinanziamento della società. L’accordo, secondo quanto si legge in un comunicato congiunto, prevede una prima fase, cui verrà data esecuzione in data odierna e una seconda fase, la cui esecuzione è subordinata all’ottenimento da parte di Telefonica di tutte le autorizzazioni delle competenti autorità nel settore delle telecomunicazioni e antitrust. Rimane invariata la scadenza del patto parasociale fissata al 28 febbraio 2015.
Nel dettaglio, la prima fase prevede un aumento di capitale di Telco che Telefonica sottoscriverà per complessivi 324 milioni di euro valorizzando la partecipazione in Telecom Italia posseduta da Telco a 1,09 euro per azione. Telco utilizzerà gli importi derivanti dall’aumento di capitale per rimborsare, immediatamente e fino a concorrenza, l’indebitamento bancario in essere in scadenza a novembre 2013. Il residuo debito bancario di Telco sarà interamente rifinanziato fino a massimi 700 milioni di euro, da Mediobanca e Intesa Sanpaolo in parti uguali, attraverso un nuovo finanziamento a condizioni di mercato. Contestualmente all’esecuzione dell’aumento di capitale, Telefonica acquisterà, al valore nominale, dai soci italiani – pro quota – una parte del prestito obbligazionario emesso da Telco, cosicché la quota di tale prestito detenuta da Telefonica dopo la compravendita sarà pari al 70% del totale, ed il restante 30% sarà ripartito tra AG (17%), IS (6,5%) e MB (6,5%).
Con la seconda fase Telefonica ha assunto l’impegno di sottoscrivere un ulteriore aumento di capitale sociale di Telco per un ammontare complessivo di 117 milioni di euro. A seguito dell’esecuzione di tale secondo aumento di capitale, che sarà subordinata all’ottenimento da parte di Telefonica di tutte le autorizzazioni regolamentari e antitrust, la partecipazione di Telefonica in Telco salirà al 70%, senza alcuna modifica nei diritti di governance.
A decorrere dal 1 gennaio 2014, Telefonica avrà la facoltà (Opzione Call) di acquistare per cassa tutte le azioni dei soci italiani in Telco, ad un prezzo determinato valorizzando la partecipazione di Telco in Telecom Italia al maggiore tra 1,1 euro e il prezzo di mercato delle azioni al momento dell’esercizio della Opzione Call. L’esercizio dell’Opzione sarà soggetto all’ottenimento da parte della società iberica di tutte le autorizzazioni regolamentari e antitrust. In caso di esercizio della Opzione Call, Telefonica sarà obbligata ad acquistare, a valore nominale, anche tutte le quote residue del prestito obbligazionario emesso da Telco detenute dai soci italiani a fronte del pagamento di un corrispettivo composto per il 50% in contanti, e per il restante 50%, a scelta di Telefonica, in contanti e/o in azioni.
Ciascun socio di Telco mantiene la possibilità di vedersi attribuire le azioni di Telecom Italia, uscendo così dal patto parasociale, attraverso la scissione di Telco, che potrà essere richiesta durante una prima finestra tra il 15 ed il 30 giugno 2014 ed una seconda finestra tra il 1° ed 15 febbraio 2015. In linea con quanto previsto dal patto parasociale attualmente in vigore, anche la scissione sarà soggetta all’ottenimento di tutte le autorizzazioni regolamentari e antitrust.
Greco Ceo di Generali, soddisfatto dell’accordo
Il Group Ceo di Generali Mario Greco, a seguito della comunicazione odierna di Telco sull’accordo tra i soci italiani e Telefonica, ha commentato: “Siamo soddisfatti di aver concluso questo accordo che è in linea con i nostri obiettivi di rafforzamento patrimoniale e che ci permette di guardare con ottimismo alla distribuzione di un dividendo soddisfacente a fine anno“.Generali rende inoltre noto che la svalutazione netta della quota Telco sarà di circa 65 milioni di euro e sarà registrata nel terzo trimestre del 2013. L’accordo definisce infine in modo chiaro i possibili periodi di uscita da Telco – il primo a giugno 2014; il secondo a febbraio 2015 – e riduce i rischi patrimoniali derivanti dall’eventuale futura cessione a Telefonica.