Telecom balza in borsa: verso svolta su rete unica con ingresso di KKR, analisti vedono 4 risvolti positivi
Telecom Italia è vicina a scegliere il colosso del private equity KKR come partner di supporto per l’operazione Open Fiber e come partner di minoranza per la propria rete. Il rumor circa la prossima mossa del colosso tlc sul fronte rete unica, lanciato questa notte da Bloomberg News, scalda subito il titolo che oggi è partito a spron battuto con un balzo di oltre il 3% fino a quota 0,5247 euro.
KKR agirebbe da fondo infrastrutturale partner per l’offerta su Open Fiber al fine di costituire una rete unica nazionale, progetto che troverebbe il supporto del governo italiano guidato dal premier Giuseppe Conte.
L’indiscrezione rimarca come dallo scorso anno, l’amministratore delegato di Telecom Italia, Luigi Gubitosi, ha preso in considerazione la possibilità di arruolare fondi internazionali per contribuire a finanziare un potenziale accordo di rete con Open Fiber e starebbe anche cercando di aumentare la domanda di servizi premium, collaborare con concorrenti sugli investimenti di rete per ridurre i costi e scartare asset non core.
KKR sarebbe inoltre interessata ad acquisire una quota nella rete di TIM valutata tra 7 e 7,5 miliardi di euro.
Novità sul fronte rete unica che scaldano il mercato che nel mese di gennaio aveva penalizzato il titolo Telecom Italia, che mantiene un saldo negativo da inizio anno nonostante il recupero delle ultime sedute, complice proprio il timore di una frenata sul fronte rete unica.
Equita indica 4 risvolti positivi
Gli analisti di Equita sottolineano come ilo possibile coinvolgimento di KKR porta ben quattro spunti interessanti e positivi:
1) KKR è uno degli operatori più attivi sugli asset infrastrutturali, come segnalato anche dalle recenti operazioni in Germania e Portogallo;
2) la selezione di KKR suggerisce che l’opzione Open Fiber rimane plausibile, nonostante le posizioni contrarie (forse tattiche) del ceo di ENEL, Francesco Starace, e l’assenza di dichiarazioni politiche.
3) il governo sarebbe di supporto all’operazione.
4) l’investimento di KKR nella rete di TIM darebbe visibilità al valore dell’asset e sosterrebbe gli investimenti (potrebbe essere fatto in aumento di capitale).
“Gli ostacoli al deal con OF sarebbero ancora diversi (regolamentari, negoziali) – prosegue Equita – ma il dossier avrebbe un’inattesa accelerazione e l’ingresso di KKR costituirebbe un passaggio intermedio comunque positivo, in quanto potrebbe fare emergere un ulteriore asset (oltre a Inwit e ai data centers) su cui c’è disallineamento tra multipli del gruppo (5x EV/EBITDA) e multipli degli asset controllati”. Una valutazione dell’asset rete a 10x EV/EBITDA farebbe emergere circa 3,5 mld di extra valore per il gruppo, oltre ad aprire a ipotesi di consolidamento che consentirebbero sinergie di capex.