Su conti pubblici Italia Fmi più pessimista del governo Draghi: deficit-Pil a record 10,2% in 2021, debito in lieve calo nel 2022
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Il Fondo Monetario Internazionale rivede al rialzo le stime sul Pil Italia del 2021 ma prevede allo stesso tempo un rapporto deficit-Pil a livelli record.
Dopo il 9,5% del 2020, l'FMI prevede nel suo World Economic Outlook un deficit pari al 10,2%, mai raggiunto prima nella storia dell'Italia.
Il deficit dovrebbe scendere dal 2022, portandosi al 4,7%, fino al 2,4% nel 2026.
Outlook preoccupante anche per il debito-Pil dell'Italia, sempre del 2021, atteso dopo il 155,8% del 2020 in calo ad appena il 154,8% del Pil nel 2021.
Il debito-Pil dovrebbe poi secondo il Fondo scendere nel 2022 rimanendo al di sopra del 150%, al 150,4%, per poi scendere sotto la soglia del 150%, ma a un livello ancora decisamente elevato, pari al 146,5% del Pil, soltanto nel 2026.
Le stime sui conti pubblici italiani dell'Fmi sono più pessimistiche di quelle contenute nel NaDef del governo Draghi.
Nel NaDef, il deficit-Pil del 2021 è atteso infatti al di sotto della soglia del 10%, al 9,4 per cento del PIL, a fronte di un debito-Pil previsto in flessione a un livello più basso di quello stimato dal Fondo, ovvero al 153,5 per cento.
Dopo il 9,5% del 2020, l'FMI prevede nel suo World Economic Outlook un deficit pari al 10,2%, mai raggiunto prima nella storia dell'Italia.
Il deficit dovrebbe scendere dal 2022, portandosi al 4,7%, fino al 2,4% nel 2026.
Outlook preoccupante anche per il debito-Pil dell'Italia, sempre del 2021, atteso dopo il 155,8% del 2020 in calo ad appena il 154,8% del Pil nel 2021.
Il debito-Pil dovrebbe poi secondo il Fondo scendere nel 2022 rimanendo al di sopra del 150%, al 150,4%, per poi scendere sotto la soglia del 150%, ma a un livello ancora decisamente elevato, pari al 146,5% del Pil, soltanto nel 2026.
Le stime sui conti pubblici italiani dell'Fmi sono più pessimistiche di quelle contenute nel NaDef del governo Draghi.
Nel NaDef, il deficit-Pil del 2021 è atteso infatti al di sotto della soglia del 10%, al 9,4 per cento del PIL, a fronte di un debito-Pil previsto in flessione a un livello più basso di quello stimato dal Fondo, ovvero al 153,5 per cento.