Notizie Notizie Italia Stress test: male Mps e Carige, il 2015 sarà importante stagione di M&A (studio)

Stress test: male Mps e Carige, il 2015 sarà importante stagione di M&A (studio)

23 Ottobre 2014 07:53

La Bce ha cercato invano di bloccare i rumors che da giorni condiscono l’attesa per l’esito degli stress test, bollando come “assolutamente speculativa” ogni ipotesi che circola sul mercato. Ma agenzie di stampa, grandi case d’affari e agenzie di rating hanno iniziato a fare proiezioni sui promossi e bocciati tra i 128 istituti dell’Eurozona sotto esame dell’Eurotower. Esame che si fonda su due pilastri: l’asset quality review (Aqr) e lo stress test. Il coefficiente patrimoniale Common Equity Tier 1 dovrà essere almeno pari all’8% nello scenario normale e al 5,5% nello scenario avverso.

Da segnalare l’analisi di IG che si basa sugli studi effettuati dall’istituto tedesco Zew e dal centro newyorchese per la ricerca in politica economica Cepr. “Negli studi esaminati l’Italia soffrirebbe notevolmente nel caso di una forte svalutazione del debito. Infatti lo studio dello Zew illustra come un haircut del 40% del debito italiano possa comportare un gap di almeno 11 miliardi di euro”, scrive la società di trading di online.

Tra le singole banche italiane questi studi non vedono alcun problema per Unicredit e Intesa SanPaolo, mentre gli esperti di IG hanno scelto di rimandare Ubi Banca, Banco Popolare e Bpm. “Abbiamo invece deciso di bocciare Mps e Carige sulla scia dei deboli risultati che hanno evidenziato in termini di CET1, di mancanza di progetti importanti di vendita di crediti deteriorati, di insufficienza di fondi rivolti a coprire le perdite sui crediti deteriorati”, si legge nella nota di IG.

Per il prossimo anno gli esperti vedono un’importante stagione di M&A nel settore bancario italiano. “Visto il forte calo dei margini di profitto molte banche saranno spinte soprattutto dalle pressioni di Bankitalia e Bce a fondersi e introdurre importanti piani di cessione di attività non-core e di pacchetti di crediti deteriorati”, si legge nello studio di IG che non esclude la creazione di una “bad bank” a livello statale.