Stati Uniti: riforma fiscale sarà storica, ma ancora nessun dettaglio. Cosa aspettarsi?
Pochi dettagli da Donald Trump sull’atteso piano fiscale. Nel suo discorso pronunciato nella notte italiana davanti al Congresso Usa, il presidente degli Stati Uniti ha annunciato una riforma fiscale “storica”, che ridurrà le imposte alle imprese e favorirà la classe media. L’impatto potrebbe essere radicale per le società a stelle e strisce, anche se tutto dipenderà dalle misure che verranno implementate. Ma l’incertezza sembra non turbare Wall Street…almeno per il momento.
Boom degli utili con la riforma fiscale di Trump
La proposta potrebbe essere quella di ridurre le imposte societarie dal 35% al 20%, rendendole più competitive ed eliminando virtualmente la fuga delle imprese statunitensi verso Paesi con tassazione più favorevole. Ad oggi gli Stati Uniti hanno le aliquote fiscali più elevate in assoluto tra le grandi economie. La riforma fiscale dovrebbe anche aumentare gli utili delle aziende americane e stimolare l’economia e la crescita del Pil. Il processo per attuarle, però, sarà incredibilmente complesso e i dettagli potrebbero cambiare rapidamente. “Riteniamo che la riforma delle tasse societarie possa aumentare del 7% gli utili per azione dell’S&P500 entro il 2018, arrivando a determinare un P/E di 15x – un rapporto particolarmente attraente a questi livelli di tassi di interesse”, sostiene John Bailer, portfolio manager a The Boston Company Asset Management (BNY Mellon). Ovviamente, alcune aziende e settori ne beneficeranno in misura maggiore di altri. Secondo l’esperto i titoli finanziari potrebbero ricevere uno stimolo del 18% agli utili grazie alla tassazione relativamente più bassa e all’aumento dei tassi Fed. Ma alcune aziende potrebbero addirittura vedere un aumento degli utili pari anche al 50% grazie a questi cambiamenti.
L’incertezza sull’effetto Trump non spaventa i mercati
L’incognita sull’effetto Trump non turba, almeno per il momento, i mercati finanziari, soprattutto Wall Street. Gli indici azionari hanno raggiunto nuovi picchi, la volatilità implicita sull’S&P500 e sui future sui tassi d’interesse è diminuita ancora e le coperture sugli indici azionari sono a buon mercato. “Il pricing dei mercati finanziari non riflette in alcun modo i dubbi sull’attuazione delle future politiche dell’amministrazione Trump, né offre un premio tale da compensare il rischio ad essa collegato”, avverte Vincent Reinhart, chief economist a Standish (BNY Mellon). Secondo l’esperto, c’è la possibilità poco confortante che i mercati finanziari scontino una sicurezza eccessiva sull’outlook economico, basandosi sulla certezza che il presidente Trump attui delle riforme onnicomprensive: dal taglio a tasse e imposte alla sostituzione dell’Affordable Care Act, passando per una riduzione del peso normativo, soprattutto per i settori bancario ed energetico.