Standard & Poor’s colpisce la Spagna: rating tagliato ad AA-
Stanotte è arrivato il turno della Spagna nell’essere declassata da Standard&Poor’s. Dopo il downgrade di Fitch, giunto lo scorso 7 ottobre insieme a quello dell’Italia, nella notte anche S&P ha abbassato di un notch il debito iberico, per la terza volta in tre anni, portandolo da AA ad AA-. Il taglio lascia comunque la Spagna a livello investment grade, ma l’outlook è negativo, soprattutto a causa dei persistenti rischi di rallentamento nell’economia e di debolezza nel sistema bancario.
Fondi aggiuntivi per far fronte all’emergenza
Il governo spagnolo, che verrà rinnovato con le prossime elezioni del 20 novembre, aveva in effetti annunciato che non sarebbe stato in grado di raggiungere gli obbiettivi di crescita dell’1,3%. E del resto, il 4 ottobre, nel calare la scure sul debito italiano, Moody’s aveva avvertito che le economie più deboli dell’Eurozona non erano al riparo da nuovi tagli, date le difficoltà nel finanziamento del debito.
Per quanto ce la si potesse aspettare, la notizia del downgrade iberico non manca comunque di gettare nubi sull’Eurozona e sulla sua possibilità di risolvere la propria crisi dei debiti sovrani, ponendo ulteriore pressione sul prossimo summit dei vertici Ue e sul G20, che dovranno affrontare il tema dei fondi da destinare agli Stati in difficoltà. Secondo fonti citate dall’agenzia Bloomberg, si starebbe perfino discutendo di dotare il Fondo Monetario Internazionale di risorse aggiuntive a questo scopo.
Il downgrade delle banche da parte di Fitch
Il declassamento spagnolo da parte di Standard & Poor’s va ad aggiungersi al carico di tensione creato dal downgrade da parte di Fitch su UBS, Lloyds, e Royal Bank of Scotland, e all’occhio inquisitore che l’agenzia americana continua a tenere puntato su un’altra serie di istituti di credito, tra cui Goldman Sachs e Morgan Stanley. Ubs è stata tagliata da A+ ad A, poiché Fitch ha ritenuto che la vicinanza alla Svizzera non sia più una garanzia sufficiente, mentre Lloyds e RBS sono state limate di due notch, da AA- ad A, in vista di un mancato appoggio futuro da parte della Gran Bretagna.
Tra le altre banche europee a godere dell’attenzione negativa di Fitch ci sono Deutsche Bank, Credit Suisse, Bnp Paribas, Societè Générale e Barclays.
Secondo un report di Credit Suisse pubblicato ieri, se gli stress test europei condotti dall’Autorità Bancaria Europea lo scorso luglio dovessero essere ripetuti in questo momento, sarebbero 66 su 89 le banche europee che necessiterebbero di un rifinanziamento. Complessivamente la carenza di capitali, secondo Credit Suisse, potrebbe raggiungere i 220 miliardi di euro.