Settore oil: Credit Suisse, non siamo ancora a livelli di bolla sulle valutazioni
Al bando i cattivi pensieri che ventilano che il settore petrolifero stia entrando in bolla. A dirlo sono oggi gli analisti del Credit Suisse First Boston in una nota raccolta da Finanza.com. "Nel nostro rapporto sull'energia 2005 ci siamo dissuasi sul fatto che il ciclo delle commodity non sia ancora arrivato alla fine con una stima sul prezzo del petrolio di 47 dollari al barile", sostengono gli esperti, che non si sono fatti prendere in contropiede dal rafforzamento del biglietto verde. "Certo i più alti margini sulla raffinazione del petrolio e il rafforzamento del dollaro insieme offrono un significativo rischio di rialzo sia della nostre previsioni sia di quelle di consensus", riconoscono gli analisti. "Tuttavia siamo convinti che le valutazioni non abbiamo ancora sconfinato nel territorio di appartenza a una bolla. Piuttosto pensiamo che i prezzi delle azioni riflettano una view che sostiene che il prezzo delle commodity sarà eventualmente in calo e che le tendenza di costi, della pressione fiscale e dell'intensità del capitale in crescita continueranno ad erodere i ritorni", è il verdetto del Credit Suisse. Tenendo conto di un approccio convenzionale basato sui multipli la musica non cambia. "Le multinazionali petrolifere stanno trattando 11,5 volte il P/E 2005 basato su stime di utile per azione, che ci sembrano troppo basse. Anche se potremmo aspettarci che in questo settore ciclico ci saranno meno picchi, siamo dell'idea che questi picchi dureranno anni e la domanda da porsi diventa come sostenere un multiplo P/E che quota a meno di 10 volte", concludono gli esperti della merchant bank elvetica.