Seduta con il segno meno per le commodity currencies
Le indicazioni in arrivo da Pechino deprimono le commodity currencies. Segno meno per dollaro australiano e per quello neozelandese che oggi pagano pegno alla diffusione del dato relativo il manifatturiero cinese che, secondo la stima flash elaborata da Hsbc, ad aprile è sceso da 51,6 a 50,5 punti. Gli analisti avevano stimato un calo più contenuto a 51,4.
Nonostante il Pmi si sia confermato sopra soglia-50, che fa da spartiacque tra espansione e recessione dell’attività economica, il rallentamento del Dragone, primo partner commerciale di Australia e Nuova Zelanda, sta penalizzando le due divise. Il cross tra dollaro australiano, in genere soprannominato aussie, e il biglietto verde è sceso a 1,0220 usd, il livello minimo da inizio marzo, mentre il cambio con il kiwi, il dollaro neozelandese, ha toccato un minimo a 0,8360 dollari Usa.
Per quanto riguarda il primo incrocio, “ci siamo fermati intorno a 20, che ora rappresenta il supporto principale da seguire per vedere, questa volta, tentativi di rottura dei minimi indicati”, ha detto Matteo Paganini, Senior Analyst Fxcm Italia.
“I prezzi -continua l’esperto- si stanno muovendo sotto la media a 21, che insieme a 1,0270 (punti di minimi precedenti che hanno fatto da supporto), potrebbe rappresentare una buona area di resistenza per pensare ad acquisti di dollaro americano, tenendo conto che se dovessimo superare 1,0285 le probabilità di muoverci verso quell’1,0315 (da valutare per rotture rialziste) aumentano”.