Roubini: “L’Italia all’ultima spiaggia, con Renzi si gioca l’unica carta per rinascere”

ROMA – Ora o mai più. L’economista Nouriel Roubini è perentorio sul futuro dell’Italia. “L’Italia è all’ultima spiaggia. Con Matteo Renzi, giovane leader con grande capacità di visione sul futuro, dinamico e carismatico, centro destra e centro sinistra devono unirsi per riformare il Paese, altrimenti il declino sarà inarrestabile”.
Ospite di primo piano alla tavola rotonda promossa oggi a Roma da AISM Luxembourg e IDP Financial Solution sul “futuro della zona euro”, il Dr. Doom (Dottor Rovina), come viene chiamato per essere stato tra i primi a prevedere la crisi finanziaria del 2008, ha scelto una metafora quanto mai appropriata per dare peso al suo pensiero. “Renzi da solo non basta, occorre dunque un governo forte ed una maggiore coesione sociale, pertanto cari italiani dovete nuotare tutti assieme altrimenti affogherete tutti assieme”. L’applauso della platea di Palazzo Brancaccio, dove si è svolta la tavola rotonda, ha sottolineato l’apprezzamento per le parole dell’economista turco di origine iraniane, autore di un vero e proprio endorsement nei confronti del Presidente del Consiglio incaricato.
“Occorre procedere in primo luogo con le riforme strutturali, rilanciare un piano globale per il lavoro, favorendo l’uniformità della contrattazione unica, con contratti a tempo determinato, dando altresì la possibilità alle imprese di licenziare ove vi fosse la necessità – ha affermato Roubini – ma il rilancio dell’occupazione, che per l’Italia rimane la vera grande priorità, deve essere accompagnato da una forte riduzione del cuneo fiscale. La pressione fiscale per chi assume si può ridurre destinando le risorse derivanti dai tagli alla spesa pubblica che all’Italia costa 800 miliardi l’anno”. Sul lavoro Roubini sposa in pieno il piano “Jobs Act” del prossimo inquilino di Palazzo Chigi. La road map della ripresa tracciata da Roubini tocca altri punti importanti: ammodernamento della Pubblica Amministrazione, incentivazione al processo di privatizzazione, maggiori investimenti pubblici, ricapitalizzazione delle banche con azzeramento dei loro asset passivi, riduzione del fiscal drag.
La svolta per l’Italia può avvenire esclusivamente con un diverso sostegno al problema atavico dell’indebitamento pubblico che ha oramai superato il 130% del Pil. Anche in questo caso Roubini è stato diretto: “Se il contenimento del deficit, attualmente al 3% rispetto al Pil, mostra che sono stati compiuti passi importanti in questa direzione, occorre rilanciare a pieno ritmo la crescita economica per poter risolvere la sostenibilità del debito pubblico, l’autentica zavorra per l’Italia”. Le previsioni di Roubini al riguardo sono preoccupanti: “Se fra tre anni non ci sarà crescita per l’Italia, non riprenderanno i consumi, non riprenderà la produttività grazie ad un rilancio delle esportazioni e dunque della ripresa positiva della bilancia commerciale, il baratro per l’Italia sarà reale”. La timida crescita che si segnala nei Paesi dell’Eurozona, e dunque anche in Italia, è definita da Roubini “anemica e che quest’anno non supererà lo 0,5%”. Ecco perché il peso dell’austerity, ovvero il rispetto dei parametri di Bruxelles e dunque del “fiscal compact”, non deve schiacciare le misure atte a favorire la competitività ed il rilancio a pieno titolo della domanda aggregata. “Se il Pil rimane anemico, se non si sostiene la crescita, attraverso il rilancio della piccola e media impresa – ha affermato il professore – l’insoddisfazione sociale sarà tale che potrebbero esserci seri problemi per le democrazie europee, in ragione dell’avanzata di forze radicali anti-sistema e soprattutto anti-europee”.
Roubini mostra di non avere dubbi circa la tenuta dell’Euro, ritenendo pressoché nulli i rischi di un’implosione dell’Eurozona, ma la Banca centrale europea deve cambiare passo. “L’area euro dovrebbe muoversi come negli Usa, dove la Federal Reserve adotta politiche monetarie accomodanti, con immissioni di liquidità nell’economia – ha dichiarato Roubini – la Banca centrale europea dovrebbe seguire questa strada guidando il processo di unione bancaria che sovente compie due passi avanti ed uno indietro”. L’unione bancaria per Roubini è fondamentale per ridare centralità al cuore della vecchia Europa. Essa dovrà essere seguita da un’unione fiscale, tributaria e politica. Roubini ritiene infine “il peso attuale dell’euro troppo forte, sovrastimato del 10% rispetto al suo valore reale, tale da imporre l’adozione da parte di Eurotower di politiche volte alla riduzione del valore della moneta unica”.
Giovambattista Albano