Ritornano gli acquisti sulle banche, balzo del Banco Popolare (+7%)
Lunedì di riscatto per i titoli del credito. Dopo i pesanti ribassi di venerdì, il comparto bancario rialza la testa, raccogliendo ordini di acquisto su tutte le piazze del vecchio continente, Piazza Affari compresa. A Milano, è Banco Popolare a guidare l’avanzata, con un balzo di oltre 7 punti percentuali, in scia ai risultati trimestrali. Venerdì scorso, a mercati chiusi, l’istituto scaligero ha reso noto i risultati del primo trimestre, che seppur in calo si sono dimostrati superiori alle attese. L’utile netto è sceso a 77,1 milioni di euro dai 219 milioni dello stesso periodo dello scorso anno, superando i 45,8 milioni stimati dagli analisti di Bloomberg. Inoltre, nessun problema di liquidità sembra attanagliare il Banco Popolare, così come assicurato dall’amministratore delegato, Pier Francesco Saviotti.
Un positivo bilancio trimestrale che ha subito scatenato la reazione degli analisti. Credit Suisse ha alzato il rating a outperform dal precedente underperform e il target price a 6,25 da 5,20 euro. “Ritorniamo positivi sul titolo grazie alla combinazione di una valutazione attraente, un trend di maggiore profittabilità e di rischi minori”, hanno commentato gli analisti nella nota odierna.
Fitti acquisti anche su Unicredit (+1,5%), Banca Mps (+1,05%) e Intesa Sanpaolo (+2,07%). Quest’ultima non si scompone nemmeno di fronte alla bocciatura arrivata oggi da Societe Generale che ha tagliato il rating a hold da buy e il target price da 3,3 a 2,50 euro. Non solo. Anche Equita ha rivisto la sua valutazione sulla banca guidata da Corrado Passera in scia ai risultati trimestrali. La sim milanese ha ridotto il giudizio da buy a hold e ha abbassato il target price da 3,4 a 2,9 euro. “Il primo trimestre è stato migliore delle attese, ma di bassa qualità”, hanno commentato gli analisti di Equita. A non convincere sono stati soprattutto il margine di interesse e le commissioni. A sostenere l’azione Intesa Sanpaolo aiuta l’annuncio odierno sul perfezionamento dell’accordo con State Street Corp per la cessione delle attività di banca depositaria per un corrispettivo di 1,75 miliardi, che equivale a una plusvalenza lorda di 740 milioni.
La doppia bocciatura da parte di Credit Suisse e di Ubs invece pesa sul titolo Ubi Banca, che rimane indietro senza riuscire a imboccare la via dei rialzi (l’altra azione negativa del comparto è Mediobanca con un -0,33%). Il titolo scivola dello 0,45%. Oggi Ubs ha abbassato il target a 8,6 euro dal precedente 10,3 euro, mantenendo il rating neutral, mentre Credit Suisse ha ridotto il giudizio al gradino underperform dal precedente neutral, con un taglio del target price da 10,5 a 9,1 euro. La delusione deriva dai deboli risultati trimestrali.