Risalita del petrolio favorisce le commodity currency
La decisa risalita delle quotazioni del petrolio, nonostante il passo falso di mercoledì, sta aiutando le valute maggiormente sensibili all’andamento del greggio. Il dollaro canadese si è riportato sopra 0,80 rispetto al dollaro Usa rispetto ai minimi dal 2009 in area 0,78 toccati a fine gennaio in scia anche al taglio dei tassi deciso il 21 gennaio dalla Bank of Canada. In ripresa anche il dollaro australiano con l’aud/usd a 0,7837, e quello neozelandese. “L’AUD/USD testa quota 0,7850 (doppio massimo segnato dopo la RBA), mentre la coppia NZD/USD si prepara a entrare nella zona di consolidamento di breve termine in caso di chiusura giornaliera superiore a 0,7451 (pivot MACD)”, rimarca lo nota odierna sul forex curata da Swissquote.
Il Wti prosegue oggi al rialzo sopra quota 52 dollari al barile, dando seguito al rally della vigilia. Secondo il presidente della divisione marketing e servizi di Total, Philippe Boisseau, i fondamentali del mercato globale per il petrolio e il gas non sono cambiati e il sell-off degli ultimi mesi è da ritenersi momentaneo. “La questione non è se il prezzo risalirà, ma quando – ha detto l’esponete di Total – . Il calo del prezzo del petrolio è destinato a continuare per qualche tempo, ma è un fenomeno relativamente di breve durata e recupererà abbastanza velocemente versom il suo prezzo di equilibrio tra i 100 e 110 dollari“.
Focus sulle payrolls Us
Oggi intanto riflettori tutti puntati sui riscontri in arrivo dal mercato del lavoro statunitense. Le attese sono di un mantenimento dell’elevato ritmo di creazione di posti di lavoro nei settori non agricoli (non farm payrolls) anche nel primo mese del nuovo anno: il consensus è di +230 mila unità dalle +252mila di dicembre. Contestualmente il Bureau of Labor Statistics del Dipartimento del Lavoro statunitense diffonderà il tasso di disoccupazione statunitense, previsto stabile al 5,6%, sui minimi degli ultimi 6 anni.”Abbiamo visto negli ultimi rilevamenti che le spese delle famiglie arrancano – rimarca Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst di Swissquote Europe – . Ciò significa che la debolezza del PCE di fondo è dovuta parzialmente alla scarsa spesa e non solo al calo dei prezzi del petrolio. Un dato forte oggi dovrebbe tenere vive le speranze dei falchi della Fed di vedere un primo rialzo del tasso nella seconda metà del 2015″.