Notizie Notizie Mondo Riforma fisco Trump, Apple pagherà tassa rimpatrio e scommetterà sugli Usa. Azionisti più ricchi?

Riforma fisco Trump, Apple pagherà tassa rimpatrio e scommetterà sugli Usa. Azionisti più ricchi?

18 Gennaio 2018 10:34

Il miracolo Apple continua e sembra che a beneficiarne, nei prossimi anni, sarà soprattutto l’America, in linea con il motto di Trump, “America First”. Il colosso ha svelato infatti un piano, sulla scia della riforma fiscale Usa diventata legge prima di Natale, che punta alla creazione negli States di 20.000 nuovi posti di lavoro e che inietterà nell’economia Usa $350 miliardi, nell’arco dei prossimi cinque anni.

Negli Usa Apple dispone di una forza lavoro che, al momento, conta 84.000 dipendenti in tutti i 50 stati.

La sua ulteriore espansione avverrà attraverso investimenti per un valore superiore ai $30 miliardi in spese in conto capitale negli Stati Uniti.

In più, la dimensione del suo fondo Advanced Manufacturing Fund sarà incrementata da $1 miliardo a $5 miliardi.

Il piano sarà finanziato dal cash accumulato all’estero che sarà rimpatriato, sulla scia delle modifiche apportate dalla riforma fiscale Trump che, accanto al corposo taglio delle tasse alle aziende, prevede anche una tassa una tantum, pari al 15,5%, per agevolare il rimpatrio dei profitti riportati all’estero da parte della Corporate America.

Apple pagherà per l’appunto questa tassa, versando $38 miliardi, e riporterà dunque a casa i suoi cash offshore, che ammontano complessivamente a $252,3 miliardi. Detto questo, Reuters precisa che il colosso non ha precisato quanto di questa somma totale verrà rimpatriata.

Sta di fatto che alcuni analisti hanno già detto di ritenere che gli investimenti in Usa consentiranno alla società di avere margini più alti per lanciare nuove operazioni di buyback o per pagare dividendi, senza imbattersi nelle critiche.

Dello stesso avviso James Cordwell di Atlantic Equities, che ritiene che i piani di Apple potrebbero giustificare l’eventuale decisione di premiare ancora di più i suoi azionisti.

Più in generale, gli analisti di CreditSights ritengono che società attive nel settore tecnologico, come Apple, Braodcom e Microsoft, inizieranno a puntare più sul rimpatrio dei loro capitali offshore che sull’emissione di obbligazioni corporate, per raccogliere i finanziamenti necessari per premiare gli azionisti.

La scelta di emettere debito era stata presa infatti anche perchè il regime fiscale precedente prevedeva il pagamento di una tassa del 35% sui profitti rimpatriati: le aziende Usa, pur di non pagarla, avevano deciso di raccogliere fondi ricorrendo al mercato obbligazionario.

Ora che la tassa è scesa al 15,5%, è dunque molto probabile che tali emissioni scendano nel 2018: se ciò si verificasse, scrive Jordan Chalfin di CreditSights, i collocamenti di corporate bond potrebbero registrare un calo, su base annua, “per la prima volta in otto anni”.