Notizie Notizie Italia Renzi rilancia operazione Capricorn per abbattere debito, ma Cdp pigliatutto non convince Bruxelles

Renzi rilancia operazione Capricorn per abbattere debito, ma Cdp pigliatutto non convince Bruxelles

12 Febbraio 2018 10:10

Il macigno debito pubblico è i nodi maggiormente discussi in queste settimane di campagna elettorale. Il governatore di Bankitalia ha ricordato sabato scorso all’Assiomforex come la diminuzione “continua e tangibile” dell’incidenza del debito sul Pil non deve essere ritardata. Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan che sempre sabato ha prospettato una crescita del PIL a oltre +2% se gli investimenti pubblici e i programmi in cantiere verranno messi in atto.

Sul fronte conti pubblici il programma del Pd indica un abbattimento del debito dal 132% del Pil attuale al 100% nell’arco di 10 anni. Come? L’ex premier Mattero Renzi ha rilanciato dalle colonne del Sole 24 Ore l’operazione Capricorn: “è già in avanzata fase di studio e consentirà di liberare risorse, aumentare la crescita, valorizzare Cassa Depositi e Prestiti. Partendo ovviamente dai beni immobili dello Stato”. Il segretario del Pd conta poi in una diminuzione del rapporto debito\Pil trainata anche dalla crescita del Pil. Affondo anche sulle promesse elettorali delle altre forze politiche, che non  fanno i conti con i delicati equilibri di bilancio: “Le promesse della destra costano 200 miliardi, le promesse di Grillo costano 110 miliardi: sono irrealizzabili tutte, dalla flat tax al reddito di cittadinanza”.

Renzi ha riaffermato l’intenzione di ridurre il debito senza ricorrere a nuove privatizzazioni di società come Eni o Enel.

Sul fronte privatizzazioni il governo negli ultimi mesi ha dovuto fare i conti con la presa di posizione di Bruxelles. L’oggetto del contendere è il ruolo di Cdp e Bruxelles potrebbe obiettare anche sul fatto che il passaggio sotto Cdp di immobili e quote azionarie, previsti dall’operazione Capricorn, siano classificabili effettivamente come una riduzione del debito pubblico.

L’Eurostat, stando a quanto riportato nei mesi scorsi da Reuters, avrebbe infatti frenato sul coinvolgimento di Cdp poichè anche le passività di Cdp potrebbero essere incluse nel perimetro pubblico, senza quindi alcun vantaggio in termini di riduzioni del debito. Posizione che avrebbe portato il governo Gentiloni ad archiviare l’idea di cedere a Cdp al 50,37% di Enav e una quota del 4,34% di Eni.