Reddito fisso, la nuova frontiera per gli ETF
Si avvicina il momento dei titoli di coda per il 2012 che si è rivelato, tra alti e bassi, un anno positivo per l’azionario ma soprattutto con interessanti ritorni per chi ha guardato con attenzione al reddito fisso. L’allentamento delle tensioni legate alla crisi del debito europea ha comportato una confortante ripresa delle obbligazioni dei Paesi Periferici dell’eurozona, in primis l’Italia con i rendimenti scesi sui minimi dal 2010 su tutto l’arco della curva dei tassi. La ricerca di buoni rendimenti ha portato a un’elevata domanda di obbligazioni societarie nonostante sta crescendo la pattuglia degli investitori che vede il rischio bolla per questo segmento del reddito fisso. A settembre il rendimento dell’S&P International Corporate Bond Index è sceso fino al 2,7% dal 4,5% di inizio anno per poi risalire leggermente al 2,9%. Forti flussi verso i bond societari dovuta principalmente al fatto che i rendimenti offerti dai paesi “core” come Germania e Gran Bretagna rimangono nei pressi dei minimi storici, con i bond a breve scadenza tedeschi che continuano ad evidenziare rendimenti negativi, ossia si è disposti a pagare per mettere al riparo il proprio denaro.
“Le aree del reddito fisso a rendimento più elevato come le obbligazioni dei mercati emergenti e gli high yield appaiono più interessanti – sostiene Mark Burgess, chief investment officer di Threadneedle Investments nell’outlook per il prossimo anno – anche se in generale non sarà così facile guadagnare sui mercati obbligazionari nel 2013 come lo è stato quest’anno”. “In generale continuiamo a privilegiare le obbligazioni societarie rispetto ai titoli di Stato – rimarca il report di dicembre di Swisscanto – tuttavia prestiamo attenzione a ridurre altresì i rischi nei portafogli. Relativamente al credito corporate, decisamente ottimista per il 2013 è l’outlook del team di ricerca sul credito di RBS che vede un forte sostegno ancora da parte dell’allentamento quantitativo delle banche centrali prevedendo un progresso del 4% a livello di rendimento complessivo per le obbligazioni investment grade e del 9% per quelle high yield dove i tassi di default sono visti rimanere relativamente bassi al 3,5%.
Sul mercato degli ETF la tendenza dell’ultimo periodo evidenzia una marcata propensione ad aumentare l’esposizione, in passato molto bassa, verso i replicanti che si rifanno a indici obbligazionari. Nei primi 10 mesi del 2012 gli afflussi verso gli ETF/ETP sul reddito fisso risultano di 56,6 miliardi di dollari sui 200 mld totali (dati ETFGI). Il principale apporto è arrivato dai replicanti legati a bond corporate con 23,5 mld di dollari, seguiti da quelli high yield con 14 mld e dai bond emergenti con 7,2 mld.
Attualmente il patrimonio detenuto dagli ETF sul reddito fisso ammonta a 315 miliardi di dollari, appena lo 0,3 per cento del mercato obbligazionario globale (98mila miliardi di dollari). BlackRock, a cui fa capo iShares, sostiene che con una modesto aumento della penetrazione del mercato permetterà agli attivi degli ETF a reddito fisso di raggiungere i 2mila miliardi di dollari entro il 2022. “Le grandi compagnie di assicurazione che erano abituate ad acquistare singole obbligazioni o derivati stanno iniziando a utilizzare gli ETF come elementi essenziali della loro portafogli – ha rimarcato Mark Wiedman, global head of iShares, in un’intervista al Financial Times – un fenomeno nuovo che stiamo iniziando a vedere a livello globale. Secondo Wiedman il mondo ha bisogno di un nuovo mercato per le obbligazioni e gli ETF permettono di portare il reddito fisso sotto i riflettori della negoziazione in Borsa e la missione è quella di indurre i banche, assicurazioni e fondi pensione, ossia i tre attori che detengono la maggior quantità di obbligazioni, a utilizzare gli ETF come strumenti fondamentali nei loro portafogli.
Le ultime novità sul mercato europeo
Parallelamente sta aumentando il numero e la varietà degli ETF obbligazionari a disposizione degli investitori. Tra le ultime novità c’è l’iShares Global High Yield Bond ETF, quotato a metà novembre dall’emittente leader globale sul London Stock Exchange. Si tratta del primo replicante europeo a fornire esposizione a un indice globale di bond ad alto rendimento. E’ previsto l’acquisto fisico dei bond con un cap del 3% per ogni singola emissione. L’indice sottostante, il Markit iBoxx Global Developed Markets Liquid High Yield Capped Index, è composto da bond corporate con merito di credito sub-investment grade (BB+ o peggio). Quotazione che va ad aggiungersi ad altri due ETF high yield proposti dalla stessa iShares (l’iShares Markit iBoxx Euro High Yield Bond ETF e l’iShares Markit iBoxx $ High Yield Capped Bond ETF). Sempre relativamente al credito corporate, a Francoforte ha fatto invece il suo debutto il 21 novembre lo SPDR BofA Merrill Lynch Emerging Markets Corporate Bond Etf, che replica un indice composto da quasi 600 titoli in valuta locale di circa 230 emittenti (rating minimo pari a tripla C) con almeno un anno di vita residua e ammontare emesso di almeno 500 milioni di dollari.