News Rcs: dopo l’Investor Day del 12 marzo, Invesco sale a 5% del gruppo editoriale

Rcs: dopo l’Investor Day del 12 marzo, Invesco sale a 5% del gruppo editoriale

Pubblicato 27 Marzo 2014 Aggiornato 19 Luglio 2022 16:12

Novità in casa Rcs. Secondo gli ultimi aggiornamenti Consob, il fondo Invesco ha aumentato la sua quota al 5,065% del capitale del gruppo editoriale. In precedenza la società di asset management, vincitrice ieri di due premi ai prestigiosi Morningstar Fund Awards 2014, deteneva una quota del 2,093%. La salita di Invesco in Rcs è stata compiuta dopo l'Investor Day organizzato dal management del gruppo editoriale il 12 marzo scorso.



La notizia rappresenta un elemento positivo per l'Ad di Rcs, Pietro Scott Jovane, in quanto permette al manager di incassare un attestato di fiducia da parte di un socio importante. Specie in questa fase in cui il patto di sindacato è ancora sciolto e il malumore tra i principali azionisti è evidente.



Gli ultimi mesi sono stati particolarmente caldi per Rcs, proprio, ma non solo, per i cambiamenti dell'assetto azionario che si sono verificati dopo la ricapitalizzazione. Il patron di Tod's, Diego Della Valle, e Urbano Cairo hanno pubblicamente dichiarato che l'attuale Cda non è più rappresentativo della nuova compagine azionaria. Cda di Rcs che si riunirà proprio domani.





Quello della rappresentazione societaria non è l'unico problema che pesa sul gruppo che edita il Corriere della Sera. Il vero nodo che contrappone i diversi azionisti di peso è prettamente legato alla gestione della società. Della Valle ha manifestato in più occasioni il proprio dissenso, arrivando ad attaccare apertamente un altro socio di peso come  Fiat, che con una quota del 20,55% è l'azionista di riferimento della società.



Carlo Pesenti, rappresentante di una famiglia da sempre azionista eccellente di Rcs e alleata granitica della famiglia Agnelli, ha abbandonato il Cda di Rcs dimettendosi. Anche in questo caso lo strappo fu causato dall'insoddisfazione verso la conduzione societaria di Scott Jovane, giudicata troppo attenta agli interessi del Lingotto.



Di contro, il mercato sembra aver dimostrato di apprezzare i risultati del piano industriale ottenuti finora dal management, che nonostante i tagli di costo apportati non consentiranno il ritorno all'utile neanche quest'anno.