News Quali fattori guideranno l’azionario europeo nel 2014?

Quali fattori guideranno l’azionario europeo nel 2014?

Pubblicato 2 Dicembre 2013 Aggiornato 19 Luglio 2022 16:15

Di seguito pubblichiamo un commento di mercato di Edmond de Rothschild Asset Management. Secondo gli esperti della società di gestione e di private banking  si sta assistendo a un crescente numero di segnali che porteranno a una maggiore stabilità economica e persino a una ripresa. Un trend che si estende dai Paesi più solidi situati nel cuore dell'Europa sino a quelli periferici. In questo contesto, la selezione delle azioni è comunque sempre essenziale e rappresenta la chiave di successo per la creazione di valore.




La prudenza rimane la parola d'ordine sui mercati, ma si sta assistendo a un crescente numero di segnali che portano alla stabilità economica e persino alla ripresa, un trend che si estende dai Paesi più solidi situati nel cuore dell'Europa a quelli periferici. Grazie all'intervento della BCE, condizioni monetarie più flessibili hanno gradualmente rafforzato il comportamento del mercato. Esistono ancora aree di fragilità, in particolare quelle concernenti il debito e i deficit, ma questi rischi si stanno riducendo.




I Paesi più vulnerabili stanno beneficiando di afflussi di capitale, soprattutto dagli USA, e questo trend sta consentendo ai prezzi degli asset finanziari, e soprattutto a quelli delle delle proprietà immobiliari, di stabilizzarsi. Le banche, che stanno anch'esse traendo beneficio da questi afflussi, stanno procedendo con la ristrutturazione dei bilanci attraverso la dismissione di numerosi asset, vendite che sono già ultimate o, comunque, in fase avanzata. Questa ripresa dovrebbe aiutare a generare una crescita, seppur modesta, nel 2014 a condizione che ci sia un rialzo limitato dei tassi di interesse a medio termine.




Da sottolineare, inoltre, che la ripresa nel Regno Unito è più forte del previsto. Il calo della sterlina ha avuto un ruolo in questa ripresa, ma hanno aiutato anche la politica monetaria e il miglioramento del livello di fiducia dei consumatori e delle aziende. Il rally del mercato immobiliare rappresenta un perfetto esempio di questa ripresa.




I deals europei sono in crescita

Incoraggiate da prospettive più rosee, le aziende stanno finalmente agendo, spesso su progetti che erano in cantiere da tempo e questo dà origine a una reale ripresa nei volumi delle operazioni. Dalla scorsa estate abbiamo assistito a una crescita dei volumi delle operazioni, specialmente nel settore delle telecomunicazioni.




Gli esempi più significativi sono la vendita da parte di Nokia della sua divisione mobile a Microsoft per 5,4miliardi di Euro e l'acquisizione da parte di Verizon del 45% della quota detenuta da Vodafonenella joint venture Verizon Wireless per una cifra vicina ai 130 miliardi di Euro, uno dei dieci accordi di maggiori dimensioni mai eseguiti. Ci sono state, anche, l'offerta d'acquisto di America Movil per KPN a seguito della vendita effettuata da quest'ultima della sua controllata EPlus a Telefonica per 8 miliardi di Euro alla fine di luglio, l'acquisizione di Ireland's Elan Corp. da parte di Perrigon negli USA e l'operazione di GDF Suez volta a completare la propria offerta nel Regno Unito acquisendo la divisione di facilities management di Balfour Beatty.




Questi sono solo alcuni esempi a testimonianza della ripresa dell'M&A avvenuta durante l'estate. Questo dimostra che le Società hanno abbastanza liquidità per fare accordi senza emettere debito o nuove azioni. E sottolineano anche la determinazione delle aziende di liberarsi dall'impasse strategico, creando cosi valore per i propri azionisti.




Da notare, comunque, che il ciclo attuale è differente dall'ultimo, poiché gli accordi non implicano necessariamente offerte di takeover. Le Società sono diventate più attente ai rischi legati alle offerte - come il rischio d'esecuzione, il rischio sociale e la normativa antitrust - e la crisi le ha rese più ragionevoli e più attente a non pagare eccessivamente le acquisizioni. Ora le Società preferiscono accordi con una componente cash più bassa che eviti un indebitamento eccessivo. Inoltre, le strutture organizzative hanno fatto passi in avanti e gli azionisti hanno sempre più voce in capitolo e devono essere convinti delle scelte strategiche della Società.




Questo riassetto renderà il tema delle M&A meno ciclico, lo proteggerà da alcuni comportamenti eccessivi accaduti in passato e allargherà il possibile universo interessato: si è solo all'inizio di un nuovo ciclo che dovrebbe durare 2-3 anni.




Le azioni europee hanno ancora potenziale di rialzo?

I mercati europei stanno attualmente recuperando grazie all'andamento della borsa italiana, spagnola e francese, ma il rialzo non si basa su un deciso miglioramento dei fondamentali. L'economia inglese, invece, è prevista in crescita del 2-3% per il 2014 grazie a un rally del mercato immobiliare, a consumi in ripresa e a una disoccupazione in calo. Per la fine dell'anno appare raggiungibile un obiettivo a 12 mesi di un PE1 a 13. Per il momento ci si aspetta che le stime di EPS si stabilizzino piuttosto che venire riviste al rialzo. Una sorpresa positiva nella crescita europea nel quarto trimestre consentirebbe alle aziende di aspettarsi margini più elevati soprattutto se, come previsto, i prezzi delle materie prime caleranno. 




Ci si dovrà continuare a focalizzare sulle azioni con esposizione verso gli Stati Uniti rispetto ad altre esposte sui Paesi Emergenti?

La situazione rimane differenziata per i Paesi emergenti e tuttavia gli afflussi indiscriminati di capitali verso questi Paesi dimostrano che gli investitori non hanno ancora completamente compreso le considerevoli differenze tra i diversi mercati. Alcuni, come il Brasile e l'India, sono in difficoltà con problemi strutturali di lungo termine mentre altri, come la Turchia e l'Indonesia, sono alle prese con deficit elevati e hanno necessità di mantenere alti tassi di interesse per proteggere le loro valute. Di contro, molti Paesi sono meglio posizionati per gestire questi problemi e il Messico ne è l'esempio migliore.




Dati recenti suggeriscono che i Paesi che erano oggetto di preoccupazione da parte degli investitori, come la Cina, stanno mostrando ora segnali di stabilizzazione economica e persino di ripresa. È probabile che gli investitori possano rivedere reazioni nervose, e talvolta esagerate, come accaduto in passato e questo beneficerà i Paesi con le prospettive migliori, anche se la situazione potrebbe rimanere volatile. Su questo tema, alcune società come DSM ed Arkema (chimica) oltre a Beiersdorf e Burberry (consumi) si sono adattate molto bene alle esigenze dei Paesi emergenti.




Negli USA gli ultimi dati riguardanti l'attività economica, la creazione di posti di lavoro e le richieste di mutui sono stati alquanto deludenti ma la congiuntura economica dovrebbe, ciononostante, vedere una forte crescita nei prossimi trimestri, mentre il contributo dato dal settore pubblico dovrebbe spostarsi da negativo a neutrale.




Grazie a queste notizie rassicuranti, Ben Bernanke è intenzionato a terminare il programma di quantitative easing. Nonostante abbia procrastinato l'inizio del tapering che i mercati si attendevano, questa decisione sottolinea le enormi difficoltà che la Federal Reserve sta incontrando riguardo alla sua strategia di comunicazione e alla possibile introduzione di politiche monetarie più stringenti. Ma soprattutto, questo rinvio riflette la determinazione della Fed di usare tutti gli strumenti a sua disposizione per aiutare la crescita economica a raggiungere la cosiddetta 'velocità di uscita'. Poco importa se questo processo danneggerà la sua credibilità.




Con questo scenario ha ancora senso investire in azioni con una esposizione alla crescita del mercato statunitense, ma non si dovrebbe ignorare il reale potenziale offerto dalle aziende europee con esposizione sui mercati emergenti. La crescita della Nestlé, per esempio, sta rallentando ma la Società è ben posizionata per trarre guadagno dai crescenti standard di vita delle popolazioni dei Paesi emergenti. La selezione delle azioni è, comunque, sempre essenziale e rappresenta la chiave di successo per la creazione di valore.