Posizionarsi sull’oro. Le principali differenze tra i vari ETC sul metallo giallo
L’oro rappresenta ormai un elemento fondamentale per chi intende diversificare al meglio il proprio portafoglio d’investimento. La difficile estate dei mercati ha indubbiamente riacceso i riflettori sul più classico dei beni rifugio che a suon di record si prepara a inanellare l’undicesimo anno consecutivo con quotazioni in ascesa. Per puntare sui rialzi ma anche su possibili correzioni delle quotazioni del metallo giallo sono ormai numerosi gli strumenti presenti sul mercato ETFPlus di Borsa italiana. Risultano undici gli ETC/ETN legati all’oro che si differenziano tra loro per tipologia di replica utilizzata, costi, e anche altre peculiarità come la protezione o meno dal rischio cambio. Da un lato ci sono i fondi a replica fisica, con il sottostante fisico custodito da una banca depositaria, dall’altro quelli a replica sintetica che invece utilizzano contratti derivati (future) per replicare il sottostante. I primi, nel caso estremo di default dell’emittente, vedono l’investimento garantito dall’oro fisico.
Da RBS un nuovo ETC sull’oro fisico
Tra le ultime novità arrivate sul listino milanese spicca proprio un ETC sull’oro fisico proposto da Royal Bank of Scotland che con questa emissione ha fatto il proprio debutto sul segmento ETC del mercato ETFPlus. La nuova proposta dell’emittente britannica presenta la più bassa commissione di gestione (0,28%) tra tutti gli ETC legati all’oro quotati in Italia. “Consente agli investitori di ottenere un’esposizione simile a quella che potrebbero conseguire comprando e conservando l’oro fisico, ma con il vantaggio di evitare i rischi e i costi legati alla gestione dello stesso (immagazzinamento, custodia, assicurazione, etc)”, sottolinea Nicola Francia, responsabile strumenti quotati di Rbs in Italia.
Con o senza protezione dal rischio cambio
Come le altre principali materie prime, anche l’oro è quotato in dollari statunitensi, esponendo quindi l’investitore domestico al rischio cambio euro/dollaro. Una pronunciata debolezza della valuta statunitense si riflette negativamente sulle performance di chi acquista strumenti sull’oro quotati in euro come gli ETC. Per fronteggiare questo problema negli ultimi anni gli emittenti di ETF ed ETC hanno sviluppato dei prodotti che permettono di neutralizzare l’effetto valuta, sia in positivo che in negativo. Per quanto concerne l’oro, Deutsche Bank propone due prodotti ad hoc, uno al rialzo (il db Physical Gold Euro Hedged ETC) e uno al ribasso (il Db Monthly Short Gold Eur Hedged ETC) che investono direttamente nell’oro fisico ed al contempo offrono la copertura del rischio di cambio. “Li faremo anche noi perché si tratta di uno strumento utile per chi non vuole esporsi al rischio di un deprezzamento del dollaro – ha svelato a ETF News Massimo Siano, responsabile per l’Italia di ETF Securities – ma non va tralasciato il fatto che nel caso di un indebolimento dell’euro, si potrebbe andare incontro a performance inferiori rispetto a quelle garantite dai classici ETC sull’oro”. In particolare, rimarca Siano, per chi ha una view long sull’oro puntare sull’ETC a leva sul metallo giallo permette di godere di una leva 2 con il rischio cambio presente solo 1 volta. La copertura dal rischio cambio, in generale, risulta premiante in contesti di debolezza del dollaro. Di contro, uno scenario di deprezzamento dell’euro rispetto alla valuta statunitense comporta una peggiore performance dell’ETC currency hedged rispetto a quella dell’ETC senza copertura dal rischio cambio. La scelta tra copertura o meno dal rischio cambio può quindi configurarsi come una decisione strategica a seconda di quelle che sono le attese circa la possibile evoluzione dei “rapporti di forza” tra euro e dollaro. Ad esempio il materializzarsi di un nuovo piano di allentamento monetario da parte della Federal Reserve, il cosiddetto QE3, potrebbe comportare una nuova fase di debolezza del dollaro (lo scorso anno l’annuncio del QE2 da parte di Bernanke portò a un deprezzamento del dollaro del 7% nel solo mese di settembre). Di contro l’aggravarsi della crisi del debito in Europa potrebbe andare a intaccare le prospettive per la moneta unica europea.
L’analisi degli ultimi 12 mesi evidenzia come una copertura dal rischio cambio sarebbe stata decisamente premiante con il dollaro che si è deprezzato del 14% circa rispetto alla moneta unica europea. Effetto cambio che si è riflesso nelle performance degli ETC sull’oro: da inizio anno il db Physical Gold Euro Hedged ETC fa segnare un progresso di oltre il 26%, circa il 10% meglio rispetto al Db Physical Gold che non offre copertura dall’avverso movimento del cross euro/dollaro.