Pil sotto le stime indebolisce il biglietto verde

Segno meno per il dollaro che oggi paga pegno alla seconda lettura dell’indice che misura la crescita economica del primo trimestre, in rosso dell’1% (consenso -0,5%). Penalizzata a gennaio e febbraio da un’eccezionale ondata di freddo, la prima economia è attesa in forte risalita nel secondo trimestre (e le indicazioni macro relative aprile e maggio arrivate finora tendono a confermare questa view). In quest’ottica si inserisce l’aggiornamento settimanale relativo le nuove richieste di sussidio di disoccupazione, scese al 24 maggio da 327 a 300 mila unità (consenso +318 mila).
Dopo un iniziale recupero, il dollar index poco dopo la chiusura delle contrattazioni in Europa passa di mano nei pressi dei minimi intraday a 80,43 punti. Dopo una nuova puntata ai minimi da tre mesi sotto 1,36 (1,3585), eurodollaro sostanzialmente stabile a 1,3618 mentre l’incrocio con lo yen, causa la contrazione ai minimi da 9 mesi registrata dal rendimento dei Treasury decennali, scende a 101,5¥.
Nel caso dell’incrocio con la moneta unica Ubs stima nuovi cali. “Con il Macd (indicatore di convergenza e divergenza di medie mobili, ndr) sotto la linea dello zero, un fattore ribassista, ci sono possibilità di ulteriori contrazioni”, si legge in una nota dell’istituto elvetico. Il focus “è sul supporto a 1,3562 e un’eventuale rottura dovrebbe favorire un ulteriore indebolimento a 1,3477”.
Sul dollaroyen la view è neutrale. “la scorsa settimana il solido supporto a 100,76 ha tenuto e fatto ripartire un rimbalzo”, rileva Ubs che individua la prima resistenza a 102,36.