News Indici e quotazioni Piazza Affari in profondo rosso, Ftse Mib chiude con un tonfo di oltre il 3,5%. Sell-off sulle banche

Piazza Affari in profondo rosso, Ftse Mib chiude con un tonfo di oltre il 3,5%. Sell-off sulle banche

Pubblicato 10 Giugno 2016 Aggiornato 19 Luglio 2022 15:43
Piazza Affari ha chiuso in deciso ribasso una seduta in cui l'avversione al rischio ha registrato la corsa verso i classici beni rifugio: il Bund, lo yen, il franco svizzero e l'oro. In particolare il tasso del decennale tedesco ha nuovamente aggiornato i minimi storici sotto quota 0,01%, mentre il metallo giallo ha sfruttato il deprezzamento del dollaro in scia all'affievolirsi delle aspettative di un rialzo dei tassi da parte della Fed. Il petrolio è invece sceso dopo il recente rally e il Wti si è riportato sotto 50 dollari al barile. A favorire il sell-off, particolarmente violento sul comparto bancario, anche i crescenti timori in vista del referendum sulla Brexit. In questo quadro a Piazza Affari l'indice Ftse Mib ha chiuso l'ultima seduta della settimana con un tonfo del 3,62% a 17.120 punti.

Forti vendite sui titoli del comparto bancario: Montepaschi ha ceduto il 6,51% a 0,552 euro, Popolare dell'Emilia Romagna il 6,55% a 4,138 euro, Popolare di Milano il 5,79% a 0,486 euro, Ubi Banca il 6,57% a 2,844 euro. Sempre sotto pressione Unicredit (-6,37% a 2,38 euro) dopo l'intervista del presidente Giuseppe Vita a Il Sole 24 Ore: "per il nuovo Ceo di Unicredit ci sarà da aspettare almeno la fine di luglio, perché una procedura di selezione o la si fa bene o non si fa. Che sia italiano o straniero non conta ma dovrà arrivare dal mondo delle banche e avere un'esperienza trasversale". Secondo gli analisti di Equita Sim si tratta di "un tempo più lungo di quanto sperava il mercato".

Male anche gli altri titoli del comparto finanziario, assicurativo e del risparmio gestito: Unipol, dopo diverse sospensioni per eccesso di ribasso, ha chiuso con un tonfo del 6,85% a 2,884 euro, mentre Azimut è arretrata del 6,01% a 17,53 euro. Le vendite non hanno risparmiato nessun comparto dalle holding di partecipazioni, come Exor (-5,18% a 31,33 euro), agli industriali, come Leonardo-Finmeccanica che ha lasciato sul parterre il 4,93% a 9,25 euro. Saipem ha perso il 5,13% a 0,369 euro dopo una mattinata positiva in scia alle indiscrezioni circa una potenziale commessa da 1,5 miliardi. Il gruppo sarebbe infatti fra i più accreditati player del settore in lizza per acquisire l'incarico sul progetto Nord Stream 2. Il progetto ha come scopo quello di raddoppiare la capacità di esportazione del gas attraverso la Germania a 110 miliardi di metri cubi l'anno.