Piazza Affari chiude in ribasso, banche sotto pressione. Campari sui massimi storici
Piazza Affari ha chiuso in ribasso la prima seduta della settimana pagando le vendite che hanno colpito il settore bancario. In Europa ha viaggiato in decisa controtendenza la Borsa di Francoforte, dove l'indice Dax ha toccato un massimo intraday a 10.068 in scia agli ordini di fabbrica tedeschi di marzo che hanno superato le attese degli analisti mostrando una crescita dell'1,9%. Nessuna decisione definitiva sulla questione Grecia è arrivata dall'Eurogruppo di oggi: il presidente Jeroen Dijsselbloem ha dichiarato che c'è ancora molto lavoro tecnico da fare e la prossima riunione è stata fissata il 24 maggio. Per quanto riguarda l'ipotesi di alleggerire il peso del debito per Atene, "ci sarà solo una prima discussione, non mi aspetto alcuna decisione" ha dichiarato Dijsselbloem. In settimana gli appuntamenti macro più caldi saranno il Pil dell'Eurozona del primo trimestre e la riunione della Bank of England. In questo quadro a Piazza Affari l'indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,88% a 17.685 punti.
Forti vendite sulle banche con il Banco Popolare (-8,75% a 4,996 euro) che ha indossato la maglia nera dopo il fine settimana in cui l'assemblea degli azionisti ha approvato l'aumento di capitale da 1 miliardo di euro, propedeutico alla fusione con Popolare di Milano. Durante l'assemblea l'Ad Pier Francesco Saviotti ha dichiarato che la banca veronese sta valutando di offrire l'aumento totalmente in opzione agli azionisti. A pesare sul titolo anche le parole di Saviotti che ha fatto sapere che i conti del primo trimestre non saranno un granché e saranno impattati dagli accantonamenti straordinari, necessari a rispettare le esigenze della Banca centrale europea. Male anche Popolare di Milano (-7,04% a 0,548 euro), Montepaschi (-7,56% a 0,599 euro), Popolare dell'Emilia Romagna (-4,51% a 4,402 euro) e Ubi Banca (-3,64% a 3,18 euro).
In decisa controtendenza Banca Mediolanum (+2,31% a 7,315 euro) che ha evidenziato ad aprile una raccolta netta di 501 milioni portando il totale da inizio anno a 2,2 miliardi raccolti, con un incremento del 50% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Male Saipem (-4,53% a 0,373 euro) dopo la bocciatura arrivata venerdì sera a mercati chiusi da parte di Standard & Poor's che ridotto il rating di lungo termine della società guidata da Stefano Cao a BB+ (sotto l'investment grade) con outlook negativo dal precedente BBB-. Campari (+2,94% a 8,765 euro) è volata sui massimi storici, toccati a 8,985 euro, dopo i conti del primo trimestre che hanno mostrato un utile prima delle imposte pari a 40,2 milioni di euro, in crescita del 26,1%. Le vendite hanno mostrato un progresso del 7,2% a 327,4 milioni di euro.
Forti vendite sulle banche con il Banco Popolare (-8,75% a 4,996 euro) che ha indossato la maglia nera dopo il fine settimana in cui l'assemblea degli azionisti ha approvato l'aumento di capitale da 1 miliardo di euro, propedeutico alla fusione con Popolare di Milano. Durante l'assemblea l'Ad Pier Francesco Saviotti ha dichiarato che la banca veronese sta valutando di offrire l'aumento totalmente in opzione agli azionisti. A pesare sul titolo anche le parole di Saviotti che ha fatto sapere che i conti del primo trimestre non saranno un granché e saranno impattati dagli accantonamenti straordinari, necessari a rispettare le esigenze della Banca centrale europea. Male anche Popolare di Milano (-7,04% a 0,548 euro), Montepaschi (-7,56% a 0,599 euro), Popolare dell'Emilia Romagna (-4,51% a 4,402 euro) e Ubi Banca (-3,64% a 3,18 euro).
In decisa controtendenza Banca Mediolanum (+2,31% a 7,315 euro) che ha evidenziato ad aprile una raccolta netta di 501 milioni portando il totale da inizio anno a 2,2 miliardi raccolti, con un incremento del 50% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Male Saipem (-4,53% a 0,373 euro) dopo la bocciatura arrivata venerdì sera a mercati chiusi da parte di Standard & Poor's che ridotto il rating di lungo termine della società guidata da Stefano Cao a BB+ (sotto l'investment grade) con outlook negativo dal precedente BBB-. Campari (+2,94% a 8,765 euro) è volata sui massimi storici, toccati a 8,985 euro, dopo i conti del primo trimestre che hanno mostrato un utile prima delle imposte pari a 40,2 milioni di euro, in crescita del 26,1%. Le vendite hanno mostrato un progresso del 7,2% a 327,4 milioni di euro.