Piazza Affari chiude in deciso ribasso, pesa stacco cedole. FCA e Unicredit sotto i riflettori
Piazza Affari ha chiuso in deciso ribasso appesantita dalla pioggia di dividendi che ha interessato metà delle 40 società dell'indice Ftse Mib, che hanno staccato cedole per circa 8,2 miliardi di euro. L'impatto sull'indice guida della Borsa di Milano è stato di circa 2,2 punti percentuali e il Ftse Mib ha chiuso la seduta con un ribasso del 2,74% a 17.325 punti. Sul fronte macro l'indice Pmi manifatturiero dell'Eurozona di maggio è sceso a 51,5 punti dai 51,7 punti di aprile. Il consensus degli analisti era per un rialzo a 51,9 punti. I riflettori sono puntati verso Atene che ieri sera ha adottato nuove misure di austerità reclamate dai suoi creditori internazionali in cambio degli aiuti in vista della riunione straordinaria dell'Eurogruppo, in agenda domani. La Grecia aspetta che l'Eurogruppo sblocchi circa 5,4 miliardi di euro e affronti la delicata e scottante questione del debito ellenico.
Tornando al dividend day l'esborso più significativo è stato quello di Intesa SanPaolo (2,2 miliardi di euro), seguita da Eni (1,5 miliardi). A livello di remunerazione spiccano l'8,1% di UnipolSai e il 6% di Intesa Sanpaolo ed Eni (prendendo in considerazione anche l'acconto). Sotto i riflettori è finita FCA (-4,44% a 6,03 euro) dopo le indiscrezioni della stampa tedesca: secondo la Bild nello scandalo Dieselgate sarebbero coinvolte altre case automobilistiche tra cui anche Fiat Chrysler. Le autorità tedesche avrebbero accusato FCA di aver truccato i motori utilizzando un software illegale per aggirare le norme anti-inquinamento. Il Lingotto ha ribadito che le sue auto sono assolutamente conformi alle normative sulle emissioni.
Tema caldo anche Unicredit (-3% a 2,914 euro) che domani dovrebbe convocare un Cda straordinario nel quale l'Ad Federico Ghizzoni potrebbe presentarsi dimissionario. Da domani partirà quindi la selezione per il nuovo amministrazione delegato della banca milanese. Ancora folta la rosa dei "papabili" che comprende Marco Morelli (BofA), Alberto Nagel (Mediobanca), Carlo Cimbri (Unipol), Flavio Valeri (Deutsche Bank), Sergio Ermotti (Ubs) e Jean-Pierre Mustier (Tikehau). La palla passerà quindi nelle mani del Comitato Nomine e, in sostanza, nelle mani dei rappresentanti dei rappresentati dei grandi soci di Unicredit: Luca Cordero di Montezemolo, Fabrizio Palenzona e Vincenzo Calandra. L'obiettivo è quello di arrivare entro il 10 giugno con il nome del nuovo Ceo, che dovrà affrontare subito i timori del mercato legati al rafforzamento patrimoniale.
Tornando al dividend day l'esborso più significativo è stato quello di Intesa SanPaolo (2,2 miliardi di euro), seguita da Eni (1,5 miliardi). A livello di remunerazione spiccano l'8,1% di UnipolSai e il 6% di Intesa Sanpaolo ed Eni (prendendo in considerazione anche l'acconto). Sotto i riflettori è finita FCA (-4,44% a 6,03 euro) dopo le indiscrezioni della stampa tedesca: secondo la Bild nello scandalo Dieselgate sarebbero coinvolte altre case automobilistiche tra cui anche Fiat Chrysler. Le autorità tedesche avrebbero accusato FCA di aver truccato i motori utilizzando un software illegale per aggirare le norme anti-inquinamento. Il Lingotto ha ribadito che le sue auto sono assolutamente conformi alle normative sulle emissioni.
Tema caldo anche Unicredit (-3% a 2,914 euro) che domani dovrebbe convocare un Cda straordinario nel quale l'Ad Federico Ghizzoni potrebbe presentarsi dimissionario. Da domani partirà quindi la selezione per il nuovo amministrazione delegato della banca milanese. Ancora folta la rosa dei "papabili" che comprende Marco Morelli (BofA), Alberto Nagel (Mediobanca), Carlo Cimbri (Unipol), Flavio Valeri (Deutsche Bank), Sergio Ermotti (Ubs) e Jean-Pierre Mustier (Tikehau). La palla passerà quindi nelle mani del Comitato Nomine e, in sostanza, nelle mani dei rappresentanti dei rappresentati dei grandi soci di Unicredit: Luca Cordero di Montezemolo, Fabrizio Palenzona e Vincenzo Calandra. L'obiettivo è quello di arrivare entro il 10 giugno con il nome del nuovo Ceo, che dovrà affrontare subito i timori del mercato legati al rafforzamento patrimoniale.