Petrolio: WTI supera $75 per prima volta dal 2014. Morgan Stanley alza outlook a $85
Il contratto WTI sul petrolio ha superato ieri quota $75 al barile per la prima volta dal novembre del 2014, dopo la notizia relativa alla decisione della Libia di dichiarare lo stato di forza maggiore su alcune delle sue esportazioni di crude.
Il contratto ha terminato la sessione in rialzo di 20 centesimi, a $74,14.
A incidere sulla fase rialzista, anche il blackout dell'elettricità che ha colpito l'offerta di petrolio in Canada, in particolare la produzione a Syncrude (pari a 360.000 barili al giorno), e i timori di imminenti sanzioni da parte degli Usa di Donald Trump contro l'Iran.
Le tensioni geopolitiche tra gli Stati Uniti e l'Iran hanno portato Morgan Stanley a rivedere al rialzo le stime sui prezzi del petrolio Brent relative al secondo semestre del 2018 di 7,50 dollari a $85 al barile.
Il WTI sale ora dello 0,69% circa, a $74,65, mentre il Brent avanza dello 0,51%, a $78,16.
Il contratto ha terminato la sessione in rialzo di 20 centesimi, a $74,14.
A incidere sulla fase rialzista, anche il blackout dell'elettricità che ha colpito l'offerta di petrolio in Canada, in particolare la produzione a Syncrude (pari a 360.000 barili al giorno), e i timori di imminenti sanzioni da parte degli Usa di Donald Trump contro l'Iran.
Le tensioni geopolitiche tra gli Stati Uniti e l'Iran hanno portato Morgan Stanley a rivedere al rialzo le stime sui prezzi del petrolio Brent relative al secondo semestre del 2018 di 7,50 dollari a $85 al barile.
Il WTI sale ora dello 0,69% circa, a $74,65, mentre il Brent avanza dello 0,51%, a $78,16.