Petrolio, ripartono le quotazioni. Per gli analisti si risvegliano le oil company
Il petrolio
riprende a correre. E’ questo il parere di Barclays Equity Reserch, che ha compilato
un report sulle compagnie europee E&P (esplorazione e produzione) di
gas e petrolio dal significativo titolo “Sulla strada delle redenzione”. Il
target per l’oil è fissato a 50 dollari al barile nel 2016. Quanto
alle oil company europee la lista dei titoli che passano da “neutral” a
“positive” è davvero lunga. “Il basso prezzo del petrolio nel corso
dell’ultimo anno è stata un’esperienza dura per l’intero settore europeo –
spiegano James Hosie e Christopher Gordon, analisti di Barclays – Ma è stato anche
il catalizzatore di un cambiamento di mentalità, che ha spinto i team di
gestione ad affrontare le inefficienze operative, i bilanci gonfiati e la
scarsa o insufficiente allocazione del capitale che hanno eroso sia rendimenti
sia la fiducia degli investitori, già molto prima che il prezzo del petrolio
scendesse”.
Titoli caldi
Secondo molti
gestori i risultati di questi cambiamenti dovrebbero cominciare a emergere nel
2016 nella forma di un gruppo di società più attente a elaborare strategie
incentrate sul valore e sulla crescita del capitale. “Il nostro ottimismo non
dipende dalle quotazioni del petrolio, quanto da una graduale ripresa
dell’approvvigionamento, da un riequilibrio delle dinamiche della domanda e
dell’offerta nel medio termine e dal riconoscimento degli investitori dei
cambiamenti strategici fatti”, è il commento di Hosie e Gordon. “E’ su questa
base – aggiungono i due analisti – che abbiamo rivisto le nostre previsioni sul
settore E&P, passando da neutrale a positivo”. Cinque i titoli caldi
secondo Barclays: Amerisur Risorse quotata a Londra (overweight), le norvegesi
Det Norske (ew) e DNO (ow), le britanniche Faroe Petroleum (ew) e Itaca Energy
(ew). Il top pick è però Ophir Energy, che opera nell’esplorazione e
produzione di petrolio e gas upstream in Africa e Asia con target a
130 pound (rispetto agli attuali 100). Quanto a DNO, Itaca Energia e Tullow
Oil, secondo gli analisti rappresenterebbero i casi di investimento più
attraenti per beneficiare di un miglioramento delle prospettive del prezzo del
petrolio e del recupero del sentiment degli investitori verso
il settore.
Verso quota 85
dollari
Alla base
della visione positiva sul settore europeo dell’E&P è la certezza di un
sostanziale aumento a medio termine del prezzi del petrolio, condizione
necessaria per incoraggiare l’upstream e gli investimenti necessari per
soddisfare la domanda in aumento. Secondo un’analisi di Barclays Commodities Research i prezzi si
muoveranno verso l’alto a partire dal seconda metà del 2016, fornendo ai produttori
l’incentivo necessario per attenuare l’attuale calo dell’offerta. Quanto
al brent, la previsione di Barclays è 85 dollari al barile a partire dal 2020.
Alla base di questa ipotesi, c’è la crescita globale della domanda di petrolio,
che sarà pari all’1,6% annuo nel biennio 2016-17, e a un più moderato +1% annuo
nel periodo 2018-20. “Questo incremento sarà il risultato di una domanda
pari al 2,5% annuo dei Paesi non Ocse, che compenserà una domanda inferiore o
piatta dei Paesi più industrializzati“, concludono Hosie e Gordon.