Petrolio: Gheddafi è uscito di scena, la Libia prova a tornare alla normalità
La guerra in Libia è finita. L’uscita di scena del colonnello Gheddafi dopo 42 anni di regime rappresenta il primo passo verso la normalizzazione della situazione. Secondo il premier ad interim, Mahmoud Jibril, la fine della guerra porterà alla nascita di “una nuova Libia, una Libia unita”. Ora il prossimo passo è la formazione di un governo provvisorio nei prossimi 30 giorni e poi la road map prevede l’elezione di un organo che redigerà la nuova carta costituzionale e convocherà le elezioni.
L’attenzione degli operatori si sposta ora sulla principale ricchezza che il Paese africano può vantare, il petrolio. La guerra civile ha praticamente azzerato l’estrazione del greggio targato Tripoli, che in condizioni normali si attesta a circa 1,6 milioni barili al giorno. Di questo, circa l’85% finisce in Europa. La Libia detiene riserve accertate di 47 miliardi di barili ma secondo gli analisti il dato è sottostimato.
La Libia nel 2010 è stato il primo fornitore di greggio del nostro Paese ed il quarto per quanto riguarda il Gas Naturale. Eni prima del conflitto produceva in Libia circa 270 mila barili al giorno e l’Amministratore delegato Scaroni ha già fatto sapere che gli impianti ed i giacimenti Eni in Libia, compreso il giacimento Elephant, non hanno subito danni a causa del conflitto. Per quanto riguarda il Gas, giovedì scorso la società del cane a sei zampe è tornata a far funzionare il gasdotto Greenstream, che collega l´impianto di trattamento di Mellitah a Gela.
I ribelli hanno fatto sapere di voler rispettare i contratti in essere, quelli di Eni hanno validità fino al 2042, anche se ha precisato che partiranno indagini per smascherare eventuali episodi di corruzione. Una circostanza che lascia un ampio potere discrezionale al nuovo governo, un potere di cui potrebbero avvantaggiarsi le compagnie francesi ed inglesi.
In qualunque caso, adesso la prima cosa da fare è garantire la sicurezza, poiché nel Paese sono ancora presenti cellule lealiste. Si tratta di un pericolo che ieri Barclays Capital ha sottolineato in un report :”riteniamo che in Libia persistano seri problemi legati alla sicurezza che potrebbero ostacolare gli sforzi per un completo ripristino della produzione di greggio”.
In un secondo momento sarà la volta di calcolare l’entità dei danni, ripristinare le infrastrutture e far ripartire la produzione. Secondo Barclays attualmente vengono estratti a 0,4 milioni di barili di greggio al giorno, e entro la fine dell’anno l’output potrebbe salire a 0,5-0,6 milioni di barili.
Il capo della divisione Esplorazione & Produzione di Eni, Claudio Descalzi, stima che la produzione libica dovrebbe essere quasi totalmente ripristinata entro la metà del 2012. “Ci aspettiamo che il 90-95% della nostra produzione sia ripristinata entro la prima metà dell’anno venturo” ha detto Descalzi.
Nel complesso, l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio stima che nei prossimi mesi la produzione potrebbe salire in quota 1 milione di barili e per un ritorno ai livelli pre-guerra saranno necessari 12-18 mesi. Più cauta l’Agenzia Internazione dell’Energia (IEA), secondo cui entro fine 2012 l’output del Paese dovrebbe salire a 1,1 milioni di barili e per il ripristino del normale flusso potrebbero essere necessari tre anni. Il più ottimista è Mustafa el-Huni, responsabile per il Petrolio nel Consiglio Nazionale Transitorio, che nel corso di un´intervista ha annunciato che la situazione tornerà alla normalità in meno di sei mesi.