Per le banche torna paura da spread, mercati nervosi. Ftse Mib maglia nera, anche Poste ko

Alla vigilia della Fed sono tanti i fattori di nervosismo sui mercati, dal rischio hard Brexit ai deboli dati macro (Pil Francia sotto attese), a cui si aggiunge in Italia l’incognita spread. Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund è salito questa mattina oltre i 200 pb. Salita favorita in generale dalle tensioni sui mercati, ma anche i continui botta e risposta tra i due alleati del governo, Lega e M5S. Ieri è uscito anche il rumor di un possibile piano Giorgetti volto a portare alle elezioni a inizio 2020 con un governo di minoranza senza la Lega chiamato ad approvare la legge finanziaria 2020.
Ecco cosa innervosisce oggi i mercati
Oggi i mercati pagano le deboli previsioni dei giganti tedeschi Bayer e Lufthansa; inoltre non ha convinto il Pil francese, cresciuto meno delle attese nel secondo trimestre e penalizzato principalmente dal rallentamento dei consumi. “La Francia, meno esposta rispetto a Germania ed Italia al commercio internazionale e malgrado il taglio delle tasse introdotto a seguito alla protesta dei gilet gialli, mostra chiari segnali di debolezza della domanda interna”, rimarca Mps Capital Services che accenna anche al fattore Brexit.
L’innalzamento dei toni della retorica da parte del nuovo premier Boris Johnson, ha portato il mercato a prezzare un’aumentata probabilità di una Brexit senza accordo. La sterlina è così scivolata ai minimi da quasi due anni sia contro dollaro che contro euro.
Sul Ftse Mib soffrono banche, Poste e Fca
A Piazza Affari a pagare dazio sono le banche. L’indice Ftse Mib, sceso dello 0,59% ieri, si muove in calo dell’1,32% a 21.431 punti. Tra le banche oltre -2% per UBI Banca e Unicredit. Quest’ultima ieri ha ceduto il 2,8%, peggior titolo del settore, a una settimana dai conti del secondo trimestre. Ieri sul sito della banca sono state diffuse le stime di consensus per il trimestre. Le stime di consensus vedono l’utile netto balzare a 2,225 miliardi nel secondo trimestre 2019, più che raddoppiato dagli 1,02 mld dell’analogo periodo 2018 in virtù di poste straordinarie per quasi un miliardo di euro relative alla cessione della quota del 17% detenuta in FinecoBank effettuata nel periodo in esame.
Tra i finanziari pronunciata debolezza anche per Poste Italiane (-2,5%) che oggi diffonderà i conti del secondo trimestre. Tra le big calo di oltre il 2 per cento anche per Fca che diffonderà i conti domani.
Segno meno per Italgas (-1,16%) che ha chiuso il primo semestre con ricavi totali per 609,4 milioni di euro, in aumento di 13,8 milioni rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. L’Ebitda ammonta a 433,9 milioni, in aumento del 2,3% rispetto al primo semestre 2018, mentre L’Ebit si attesta a 241,6 milioni di euro (+8,3% su base annua). L’utile netto nel primo semestre 2019 ammonta a 166,2 milioni di euro, in aumento del 10,3% rispetto al pari periodo dello scorso anno, come conseguenza dell’incremento dell’utile operativo.
Prosegue intanto la stagione degli utili con i conti di alcune big del Ftse Mib come Leonardo, Campari, Ferragamo e Poste Italiane.