Per Banca Carige spuntano voci Opa da fondo estero, intanto procura apre un’inchiesta
Non si placano i venti di tempesta che da settimane scuotono Banca Carige. Dopo la lettera di fuoco della Bce, che ha chiesto un nuovo piano di risanamento e tempi veloci per la scelta del presidente, ieri anche Malacalza ha sollecitato la revoca del cda.
Intanto, già prima dell’assemblea degli azionisti, che probabilmente verrà convocata per metà settembre, potrebbe aprirsi un nuovo fronte con l’ingresso in scena di un soggetto terzo che potrebbe lanciare un’Opa su Banca Carige. La sorpresa, secondo quanto riferisce oggi Il Messaggero, potrebbe arrivare da un fondo di investimento internazionale che starebbe valutando un’operazione di mercato da lanciare prima di ferragosto. Il quotidiano romano non fa il nome del fondo potenzialmente interessato ma sottolinea come poco prima dell’aumento di capitale, l’hedge fund Baupost aveva esaminato il dossier. Oggi la banca vale 455 mln in Borsa.
Un’iniziativa che si inserirebbe nello scontro in atto a livello di governance tra Malacalza, che detiene oltre il 20% del capitale, e Raffaele Mincione che sarebbe intenzionato ad aumentare la sua quota fino al 19,9%.
Ieri Malacalza Investimenti, titolare di una partecipazione pari al 20,639% del capitale sociale della società, ha richiesto la convocazione dell’assemblea degli azionisti per discutere e deliberare “la proposta di revoca di tutti i componenti dell’attuale consiglio di amministrazione, la determinazione del numero dei membri del consiglio e dei compensi degli amministratori”.
Procura indaga per abuso di mercato
Sempre ieri è scesa in campo anche la Magistratura con la Procura di Genova che ha aperto un’inchiesta per abuso di mercato sull’istituto ligure dopo lo scambio di accuse tra i componenti del management. La Guardia di Finanza, secondo quanto riportato da La Stampa, ieri mattina si è presentata nella sede centrale chiedendo tutti i verbali dei Cda e delle assemblee degli azionisti svoltisi dal gennaio 2017 ad oggi, oltre alle lettere ricevute dalla Bce nello stesso biennio.
Gli inquirenti hanno messo nel mirino le accuse lanciate dal principale azionista Vittorio Malacalza che, dopo aver annunciato le dimissioni da vicepresidente ad interim, ha preannunciato azioni legali contro l’ad Paolo Fiorentino.