Patto di ferro franco-tedesco, per Brzeski (Ing) in Europa calma apparente. No ad autocompiacimento

Si rafforza l’asse franco-tedesco nella crisi del debito sovrano, che aleggia su Eurolandia. Quasi a voler testimoniare il gioco di intesa la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il presidente francese, Nicolas Sarkozy, hanno espresso la volontà assoluta di difendere l’euro. I due leader lo hanno indicato in una rapida conferenza stampa congiunta. “Sulla volontà di sostenere la moneta unica l’evento più importante dell’Unione europea, l’intesa tra Francia e Germania è totale”, ha insistito il presidente francese. Sarkozy ha anche detto che lui e la cancelliera tedesca spiegheranno agli altri capi di Stato e di governo i contenuti della proposta di piano strutturale per la competitività dell’Eurozona.
Dopo la fase dell’emergenza “se ne apre una nuova all’insegna dell’integrazione più forte della politica economica” nell’Unione Monetaria. Da questo punto di vista l’inquilino dell’Eliseo ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa franco-tedesca: il nostro è “un asse estremamente forte al servizio di una ambizione strutturale”. “Chiederemo ai paesi di firmare un patto per la competitività”, gli ha fatto eco la Merkel. Ciò avverrà a marzo. Obiettivo: rafforzare il coordinamento economico nell’Eurozona. Il pattò sarà per i paesi Eurozona, ma sarà aperto a chi vorrà partecipare.
Le attese della vigilia insomma, fino a questo momento, sono state confermate. Dall’entourage del presidente Nicolas Sarkozy ieri era filtrato l’orientamento di fissare per la zona euro un calendario di riunioni regolari, nel corso delle quali i capi di Stato e di Governo della zona euro dovranno esaminare l’approfondimento della collaborazione. Il presidente Sarkozy e il cancelliere tedesco Angela Merkel vogliono far giungere ai partner europei il messaggio che i mercati stanno cambiando opinione che i dubbi che c’erano sull’euro e la zona euro stanno scomparendo e che dunque è il momento di fare un grande passo in avanti sul coordinamento economico. L’intenzione è quella di proporre un maggiore coordinamento nel quadro di un vero governo economico della zona euro, in cambio di un rafforzamento del Fondo europeo salva-Stati (Efsf).
“Quando i leader europei si incontreranno oggi, non dovranno essere ciechi sulla recente calma dell’ultimo periodo sui mercati finanziari, se no la riunione di oggi potrebbe essere un deja-vu”, spiega Carsten Brzeski, Senior Economist di Ing a Bruxelles. “Spesso, nel corso dell’ultimo anno la crisi del debito sovrano ha rubato le luci della ribalta. Due sono i temi che devono essere affrontati per garantire un futuro all’Unione europea: la crisi del debito sovrano e la modalità per combatterla – ricorda l’esperto, che con un pizzico di malizia segnala: “E’ interessante che la crisi del debito sovrano sia stata discussa durante il pranzo. Dato i diversi punti di vista su come risolverla, le discussioni avranno tolto l’appetito ad alcuni leader”.
Nel cercare di stendere un piano di massima, i leader europei avranno bisogno di indirizzarsi almeno verso due traiettorie secondo l’economista: primo dovranno verificare la necessità di aumentare il fondo Salva-stati, ipotesi che non è risolutiva, ma che gli permette di prendere tempo; secondo analizzare come è possibile avviare la ristrutturazione del debito, per esempio della Grecia. “Quest’ultima è la vera sfida”, dice convinto, ricordando che in tutto questo sarà essenziale il ruolo che giocherà la Germania. “Tutti i cambiamenti del EFSF verranno ripagati da una maggiore credibilità dei Paesi dell’Eurozona. Per portare a casa il salvataggio della Grecia e dell’Irlanda, il governo tedesco ha sempre posto l’accento sul fatto che ogni sostegno di carattere finanziario dovesse essere temporaneo e che i tassi di interesse non dovessero essere penalizzanti. Tuttavia Berlino ha sempre cercato di guardare avanti, chiedendo un nuovo Patto di Competitività finalizzato a rafforzare il coordinamento politico dell’Eurozona”, ricorda.
“E’ dura per i leader europei mixare tutti questi elementi in un unico pacchetto. Bisognerà aspettare fino al summit in programma a marzo prima di avere chiaro il programma – conclude – . Ad ogni modo, nonostante le Borse si sono calmate, la crisi del debito sovrano è tutt’altra che superata. E qualsiasi forma di autocompiacimento deve essere evitata”. Chissà se il messaggio sarà recepito a Brussels?