Parmalat: la Borsa boccia sonoramente la trimestrale
I conti trimestrali di Parmalat rimangono indigesti al mercato, con evidenti ripercussioni sulla quotazione in Borsa e sui giudizi dei broker. Il titolo del gruppo alimentare ha aperto le contrattazioni a Piazza Affari con un tonfo sonoro, dopo un primo momento in cui non riusciva nemmeno a fare prezzo. L’azione è stata infatti ferma per i primi minuti di seduta per eccesso di ribasso, e successivamente ha aperto gli scambi con una caduta di oltre 8 punti percentuali, scivolando sotto i 2 euro. In questo momento, il titolo viene scambiato a 1,9675 euro, evidenziando un crollo vicino al 10%.
A indebolire la società di Collecchio è stata la deludente trimestrale, diffusa ieri sera a mercati chiusi. Nei primi tre mesi dell’anno, Parmalat ha evidenziato un utile netto pari a 90,2 milioni, in calo rispetto ai 110,3 milioni di un anno prima, e un Ebitda sceso del 15% a 63,9 milioni. I ricavi sono invece saliti del 6,7% a 926,9 milioni, ma meno rispetto alle attese di mercato. “Nei primi mesi del 2008, tutti i mercati in cui opera il gruppo hanno registrato una forte pressione competitiva che ha avuto riflessi sia sui volumi di vendita sia sui prezzi”, ha commentato il management, che ha sottolineato come anche il super-euro abbia avuto un impatto negativo sulle esportazioni.
Per quanto riguarda l’intero 2008, il gruppo si è mostrato fiducioso di mantenere i target di crescita, ma nella parte bassa delle stime con un Ebitda 2008 previsto in rialzo del 7%. Parmalat infatti è convinta di un recupero nei prossimi mesi grazie alla rinegoziazione dei prezzi del latte in Italia a partire dal secondo semestre.
I numeri della trimestrale e le previsioni hanno deluso non solo il mercato, ma anche gli analisti. Da Euromobiliare commentano: “Il fatturato è in linea con le nostre attese, con una crescita organica anche superiore ma i volumi sono più deboli e vengono compensati solo da un maggiore effetto prezzo. L’Ebitda è invece sotto le stime per alcune dinamiche avverse sulla domanda e sui costi”. La sim milanese ha così tagliato il target price a 2,76 euro, confermando però il rating buy. Schiaffo anche dagli esperti di Cheuvreux che nel report di oggi hanno rivisto al ribasso il prezzo obiettivo portandolo da 3 a 2,54 euro.