Notizie Valute e materie prime Outlook 2015: le opportunità sui mercati valutari nei prossimi mesi, sarà ancora super-dollaro

Outlook 2015: le opportunità sui mercati valutari nei prossimi mesi, sarà ancora super-dollaro

26 Novembre 2014 15:14

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Gli ultimi mesi hanno visto il dollaro statunitense indiscusso protagonista sui mercati valutari. I ripetuti segnali di forza in arrivo da oltreoceano, con l’economia a stelle e strisce che viaggia a ritmi di crescita decisamente sostenuti, hanno alimentato il rally del biglietto verde che ha messo a segno rialzi a doppia cifra sul forex rispetto alle altre major. Di contro ripetuti segnali di debolezza arrivano dall’Eurozona con crescita ridotta al lumicino e Giappone che invece è ricaduto in recessione. 
Prova di forza degli Stati Uniti che dovrebbe sfociare il prossimo anno nel primo rialzo del costo del denaro da parte della Federal Reserve, che dal dicembre 2008 ha lasciato il livello dei fed funds fermo al minimo storico dello 0-0,25%. 
 
Da valute opportunità più interessanti rispetto a bond e azioni 
Le prospettive per i prossimi mesi sono quindi di un ulteriore rafforzamento del biglietto verde rispetto alle altre principali valute. Adrian Owens, Investment Director di GAM,  ritiene che l’investimento in valute offra alcune delle opportunità migliori dei prossimi 12 mesi. “Per un investitore long only, crediamo che i mercati del reddito fisso offrano ridotte opportunità di rialzo, mentre le valutazioni azionarie non sono più così attraenti come in passato.
 
Per biglietto verde possibile correzione nel breve…
Il direttore investimenti di GAM ritiene che, su una base temporale di 12-18 mesi, il dollaro continuerà a rafforzarsi, soprattutto nei confronti dell’euro. Nel breve periodo però potrebbe palesarsi una correzione del biglietto verde. “Non rimarremmo sorpresi se il dollaro si indebolisse marginalmente nel breve termine – sottolinea Owens – . Di conseguenza abbiamo ridotto la nostra esposizione al dollaro US in quanto vorremmo poi incrementarla successivamente alla fase di debolezza”. 
 
…ma trend rialzista di lungo periodo solo agli inizi
In una visione di lungo termine, il dollaro USA “ha solo recentemente iniziato ad avvicinarsi al suo fair value e perciò ha ancora molto margine di crescita”. L’esperto di GAM prende in considerazione l’andamento dell’indice sul dollaro US trade-weighted che è corretto per l’inflazione dei Paesi con i quali gli Stati Uniti commerciano. Sulla base di questo indice, il recente rafforzamento del dollaro è da considerarsi “tutto sommato modesto”. Sia l’andamento del mercato delle azioni che quello delle obbligazioni offre motivazioni a favore dell’affermazione secondo la quale il dollaro potrebbe essere ancora in una fase iniziale di crescita. L’indice Dow Jones ha sovraperformato l’indice EuroStoxx di circa il 60 % negli ultimi cinque anni. Nel corso degli ultimi tre anni, i titoli di stato tedeschi hanno registrato rendimenti di 170 punti base inferiori rispetto obbligazioni di stato statunitensi. Fino a 3-4 mesi fa, il cambio EUR/USD si posizionava attorno alla sua media di cinque anni. “Crediamo che, le ragioni per le quali il dollaro statunitense ha tardato ad apprezzarsi, anche rispetto all’andamento dell’azionario e dell’obbligazionario, – prosegue Owens – siano dovute a vari eventi:  il quantitative easing degli Stati Uniti , il discorso “whatever it takes” di Mario Draghi (che ha ridotto il premio al rischio degli asset in euro), e la situazione politica ed economica verificatasi all’inizio di quest’anno negli Stati Uniti (che ha portato gli investitori a mettere in discussione la ripresa degli Usa)”.
Ulteriore rafforzamento del dollaro Usa visto di buon occhi da molti Paesi in quanto la valuta statunitense sembra contribuire al riequilibrio dell’economia globale. Infatti i governi di Nuova Zelanda, Corea, Israele e Repubblica Ceca sono tutti intervenuti per deprezzare le rispettive valute quando il dollaro si era indebolito.
 
Un occhio di riguardo anche su corona norvegese e peso messicano 
Tra le altre valute, GAM vede prospettive positive per la corona norvegese, fortemente penalizzata nelle ultime settimane dal marcato ribasso del prezzo del petrolio, ma che potrebbe mostrare un’inversione di rotta. Occhio di riguardo anche per il Peso messicano, che si è indebolito nei confronti del dollaro, “ma abbiamo strutturato i nostri investimenti in modo tale da trarre vantaggio dalla forza relativa del peso messicano rispetto ad altre valute. Continueremo a scommettere sul peso messicano nei prossimi mesi”, rimarca Owens che invece ha una view negativa su sterlina, euro, dollaro canadese, won coreano e zloty polacco.