L’oro torna a splendere sul mercato
L’oro è ritornato a splendere sui mercati internazionali delle commodity dopo un inizio d’anno opaco. I rialzi incamerati dopo i minimi di gennaio, poco sopra i 600 dollari l’oncia, hanno riportato il metallo prezioso sopra quota 680 dollari a livelli che non si vedevano dal luglio scorso. Ora i massimi pluriennali stabiliti lo scorso maggio in area 730 dollari non appaiono così lontani e l’evoluzione delle principali variabili determinanti l’andamento della preziosa commodity sembrano spostarsi in una direzione favorevole a ulteriori aumenti di prezzo del future.
In particolare se verrà superata l’area dei 690 dollari, che rappresenta un importante barriera sia dal punto di vista dell’analisi tecnica sia dal punto di vista della convenienza per le offerte di acquisto. In poche parole prese di beneficio potrebbero essere in attesa prima della volata verso i 700 dollari l’oncia e i 730 successivamente.
A dare la sveglia all’oro, come spesso accaduto, è stato il petrolio. L’andamento delle due commodity è storicamente correlato e anche in questa occasione la regola non ha fatto eccezione. Il barile di Light crude quotato al Nymex di New York è sprofondato, a inizio anno, fino a toccare i 50 dollari al barile per poi recuperare riportandosi fino agli attuali 59 dollari intorno ai quali si muove con andamento laterale. Anche in questo caso si tratta di livelli importanti, graditi alla stesso cartello dei Paesi produttori (Opec), che fanno propendere per una pausa prolungata.
Altre variabili hanno favorito il rialzo dei prezzi dell’oro e del petrolio in questa prima parte di 2007. Sul fronte macroeconomico le ultime rilevazioni negli Stati Uniti hanno diradato i timori di recessione e nel contempo allontanato la possibilità di un taglio dei tassi di interesse a stretto giro di posta. L’inflazione sonnecchia ma non è ancora sconfitta come hanno dimostrato i dati relativi ai prezzi al consumo del mese di gennaio, pubblicati mercoledì. Il price consumer index ha segnato un rialzo dello 0,3% rispetto al mese di dicembre, al netto delle componenti più variabili (alimentari ed energia) contro attese a +0,2%.
Il ritorno in auge dell’oro come bene rifugio è stato infine favorito dall’incrementarsi delle tensioni geopolitiche internazionali. Le sanzioni imposte dall’Onu all’Iran alla scadenza dell’ultimatum per l’interruzione dei programmi di arricchimento dell’uranio nella Democrazia islamica hanno provocato le consuete reazioni decise di un Amhadinejad in difficoltà sul piano politico interno mentre i piani di attacco americani svelati qualche giorno fa non hanno certo contribuito a rasserenare il clima.