L’opinione di Schroders sul dato della disoccupazione Uk
Gli economisti di Schroders commentano così il dato sulla disoccupazione Uk: "Fino a oggi l'economia UK è stata immune dal problema del mercato del lavoro, che affligge invece l'Europa e l'America. Anzi, nel corso del tempo, nonostante una già buona partenza, si è ulteriormente rafforzato sulla scia della ripresa economica. Ma senza che questo creasse timori inflazionistici per la BoE: la pressione salariale resta, infatti, sotto controllo. Tuttavia, gli ultimi dati disponibili si dissociano in parte da questo quadro roseo, visto che incorporano una leggera crescita della disoccupazione e un rallentamento della crescita dei salari negli ultimi due mesi.
Ovviamente le prospettive sulle retribuzioni sono un elemento critico per la sostenibilità dei consumi il prossimo anno. La nostra previsione è che nel 2005 il mercato del lavoro e l'occupazione resteranno stabili: quindi, ogni sostegno alla spesa delle famiglie dovrà venire da incrementi delle retribuzioni. Essi dovranno essere in grado di bilanciare la crescita marginale del tasso di risparmio, legata anche a un contesto di costo del denaro più elevato e di rallentamento del mercato immobiliare (e conseguente frenata della ricchezza legata agli immobili).
La previsione sul PIL per il 2005 al 2,4% si basa sull'idea chiave che, con il consueto ritardo, la crescita dei salari faccia seguito a un recupero dell'economia sopra al trend. L'impatto di una variazione anche minima dell'evoluzione sul fronte dei salari, avrebbe ripercussioni importanti sulla crescita economica, ceteris paribus.
Il problema è che una delusione sul fronte dei salari non sarebbe neutrale per altre componenti dell'economia. Alcuni effetti potrebbero essere negativi (interagendo con il mercato immobiliare, potrebbe aversi una crescita ulteriore del tasso di risparmio); altri positivi: inflazione sotto controllo e politica monetaria meno restrittiva; maggiori margini, e quindi maggiori investimenti, da parte delle imprese.
Una crescita delle retribuzioni al di sotto delle aspettative è il rischio maggiore che potrebbe impattare le nostre previsioni di crescita per il 2005: tuttavia è importante notare che questa prospettiva non rappresenta il nostro scenario-centrale. Anche perché i dati sul mercato del lavoro nel breve periodo possono subire alterazioni legate a singoli eventi transitori. La nostra convinzione per l'attuale rallentamento del mercato del lavoro è ad esempio che essa sia ascrivibile alla crescita dei costi energetici sperimentata dal mercato tra luglio e ottobre. Quindi il recente rientro delle quotazioni del greggio dovrebbe portare come contropartita un effetto positivo sull'occupazione.
Sebbene lo spaccato aggiornato sul mercato del lavoro non sia ancora disponibile, dovrebbe essere assodato che il settore pubblico, che ha dato un ampio contribuito negli ultimi anni, sia entrato in una fase di rallentamento. Come conseguenza, l'onere del sostegno alla crescita dell'occupazione e/o dei salari ricade in maniera crescente sul settore privato. Con le aspettative d'inflazione sotto controllo, è difficile immaginare che la crescita delle retribuzioni toccherà i precedenti massimi; ma il periodo di pagamenti che si concentra nel mese di gennaio dovrebbe comunque portare a una dinamica di modesta accelerazione".
Ovviamente le prospettive sulle retribuzioni sono un elemento critico per la sostenibilità dei consumi il prossimo anno. La nostra previsione è che nel 2005 il mercato del lavoro e l'occupazione resteranno stabili: quindi, ogni sostegno alla spesa delle famiglie dovrà venire da incrementi delle retribuzioni. Essi dovranno essere in grado di bilanciare la crescita marginale del tasso di risparmio, legata anche a un contesto di costo del denaro più elevato e di rallentamento del mercato immobiliare (e conseguente frenata della ricchezza legata agli immobili).
La previsione sul PIL per il 2005 al 2,4% si basa sull'idea chiave che, con il consueto ritardo, la crescita dei salari faccia seguito a un recupero dell'economia sopra al trend. L'impatto di una variazione anche minima dell'evoluzione sul fronte dei salari, avrebbe ripercussioni importanti sulla crescita economica, ceteris paribus.
Il problema è che una delusione sul fronte dei salari non sarebbe neutrale per altre componenti dell'economia. Alcuni effetti potrebbero essere negativi (interagendo con il mercato immobiliare, potrebbe aversi una crescita ulteriore del tasso di risparmio); altri positivi: inflazione sotto controllo e politica monetaria meno restrittiva; maggiori margini, e quindi maggiori investimenti, da parte delle imprese.
Una crescita delle retribuzioni al di sotto delle aspettative è il rischio maggiore che potrebbe impattare le nostre previsioni di crescita per il 2005: tuttavia è importante notare che questa prospettiva non rappresenta il nostro scenario-centrale. Anche perché i dati sul mercato del lavoro nel breve periodo possono subire alterazioni legate a singoli eventi transitori. La nostra convinzione per l'attuale rallentamento del mercato del lavoro è ad esempio che essa sia ascrivibile alla crescita dei costi energetici sperimentata dal mercato tra luglio e ottobre. Quindi il recente rientro delle quotazioni del greggio dovrebbe portare come contropartita un effetto positivo sull'occupazione.
Sebbene lo spaccato aggiornato sul mercato del lavoro non sia ancora disponibile, dovrebbe essere assodato che il settore pubblico, che ha dato un ampio contribuito negli ultimi anni, sia entrato in una fase di rallentamento. Come conseguenza, l'onere del sostegno alla crescita dell'occupazione e/o dei salari ricade in maniera crescente sul settore privato. Con le aspettative d'inflazione sotto controllo, è difficile immaginare che la crescita delle retribuzioni toccherà i precedenti massimi; ma il periodo di pagamenti che si concentra nel mese di gennaio dovrebbe comunque portare a una dinamica di modesta accelerazione".