Nuovo alert inflazione riattiva le vendite sui Btp. Schnabel preoccupata, mercati vedono Bce rimanere aggressiva sui tassi
L’impennata oltre il muro del 10% dell’inflazione britannica ha riacceso campanello d’allarme sul mercato circa la persistenza delle pressioni inflattive. Ieri la reazione è stata molto violenta soprattutto nell’obbligazionario europeo con rendimenti schizzati in alto soprattutto nella parte breve della curva.
Il rendimento del Btp decennale si è spinto stamattina fino al 3,37% rispetto ai livelli sotto quota 3% a cui viaggiava a inizio settimana. Il Bund a 10 anni a sua volta è salito fino all’1,15% rispetto ad area 0,9% di due giorni fa. Lo spread Btp/Bund è invece poco mosso in area 220 pb.
Oggi l’Eurostat ha confermato che l’inflazione a luglio ha segnato un +8,9% annuo nell’area euro. In questa fase, il focus è sui prezzi del gas naturale, balzati fino a 250 euro al megawattora al Ttf di Amsterdam, l’indice di riferimento in Europa, che andranno ad alimentare le pressioni inflattive. Si guarda al rischio di ulteriori cali nei livelli di fornitura dalla Russia, oltre alle criticità climatiche che stanno limitando produzione e trasporto del GNL su fiume. “Fino a una settimana fa, le importazioni da altre fonti hanno più che compensato la riduzione delle forniture russe, ma la situazione potrebbe farsi più difficile nei prossimi mesi”, argomentano gli esperti di Intesa Sanpaolo.
Recessione da sola non spegnerà pressioni inflattive
Lo spettro inflazione inevitabilmente andrà a condizionare l’operato delle banche centrali e il mercato prezza che la Bce anche a settembre metterà in atto un rialzo consistente di 50 punti base. Attese confermate dalle parole di oggi di Isabel Schnabel, membro del consiglio della Bce, che indica come l’outlook inflattivo non è migliorato e che non sono da escludere ulteriori balzi dei prezzi nel breve periodo.
Schnabel giudica il rialzo dell’inflazione ormai molto diffuso, anche se tuttora dominato da dinamiche specifiche a energia ed alimentari, e ritiene che le pressioni inflazionistiche non si spegneranno da sole neppure in caso di recessione, perché c’è una componente di shock di offerta. “C’è una forte indicazione che la crescita rallenterà e non escluderei che entriamo in una recessione tecnica, soprattutto se le forniture di energia dalla Russia vengono ulteriormente interrotte”, ha affermato Schnabel.
Verso un nuovo aumento di 50 pb a settembre
“A luglio abbiamo deciso di aumentare i tassi di 50 punti base perché eravamo preoccupati per le prospettive di inflazione”, ha detto la Schnabel nell’intervista alla Reuters. “Le preoccupazioni che avevamo a luglio non sono state alleviate. Non credo che questa prospettiva sia cambiata radicalmente”. Parole che suggeriscono l’appoggio della Schnabel a un altro aumento di 50 pb potrebbe arrivare il mese prossimo. “Qualsiasi decisione verrà presa sulla base dei dati in arrivo”, ha affermato l’esponente della Bce.
A settembre la Bce dovrà decidere se aumentare i tassi di 25 o 50 pb. I mercati monetari al momento prezzano un aumento di mezzo punto percentuale a settembre e un totale di 117 punti base entro la fine dell’anno, in deciso aumento rispetto ai 110 pb di ieri.
Nelle ultime 24 ore sono aumentati i timori di una spirale inflattiva difficile da controllare, complice la forte accelerazione evidenziata dall’inflazione britannica, arrivata a toccare il 10,1% a luglio.