Nuovi minimi per l’euro. Oggi Parlamento greco al voto su piano di austerity
L’aggravarsi della crisi del debito nell’eurozona affossa ulteriormente l’euro. Poker di ribassi per la moneta unica europea che anche oggi cede terreno rispetto alle altre principali valute con cross euro/dollaro scivolato in area 1,274 dollari, nuovi minimi dal marzo 2009. Rispetto ai massimi sopra quota 1,51 dollari del novembre 2009, la valuta europea ha ceduto oltre 15 punti percentuali. L’aumento dell’avversione al rischio favorisce invece lo yen, classica valute rifugio, che è arrivato a guadagnare mezzo punto percentuale rispetto al dollaro con cross dollaro/yen attestatosi a quota 93,5 yen.
Sui mercati si acuisce lo scetticismo circa la difficile situazione della Grecia e crescono i timori di contagio. A riguardo ieri l’agenzia di rating Moody’s ha annunciato che il giudizio sul Portogallo potrebbe essere rivisto al ribasso di uno o due gradini. Ieri i Cds sul Portogallo, ossia il premio pagato per assicurarsi contro il fallimento di un Paese, è salito a 390 punti base, mentre lo spread tra il bond a 10 anni portoghese e il bund decennale tedesco è salito a 295 punti base, massimi dall’introduzione dell’euro.
Il global team strategy di Credit Suisse prevede ancora debolezza per l’euro con il rischio di una discesa ulteriore in quota 1,25-1,20 dollari. Secondo il broker elvetico la Bce sarà costretta a comprare il debito dei Paesi periferici dell’Europa “e, se necessario, annunciare un pacchetto di grande sostegno alla Spagna”. Credit Suisse che non vede altre opzioni per la Bce alla luce dei numeri che vedono un forte coinvolgimento delle banche europee con 75 mld di dollari circa di esposizione sul debito greco, 46 mld sul Portogallo e 85 mld sul debito spagnolo.
Dopo la due giorni di sciopero generale che ha bloccato la Grecia ed è sfociata nella guerriglia urbana di ieri ad Atene con il tragico bilancio di 3 morti e numerosi feriti, oggi il parlamento ellenico è chiamato a votare sulle misure di austerity richieste ad Atene da Ue e Fmi in cambio del piano di salvataggio da 110 mld di euro. Standard & Poor’s ieri ha posto l’accento sul fatto che questo genere di interventi non ha mai avuto successo: l’unico obiettivo raggiunto è stato quello di perder tempo. Nella pratica, secondo S&P’s, le misure di austerità finiranno per deprimere l’economia greca, che sarà incapace di rifinanziarsi nel 2011.