Nuovi massimi dal 2007 per il dollaroyen, euro visto in ulteriore ribasso
Quarta seduta consecutiva con il segno più e nuovi massimi dal terzo trimestre del 2007 per il cambio dollaro/yen. Ancora acquisti per il cross usd/jpy che poco fa ha aggiornato i massimi da otto anni spingendosi fino a 123,428 jpy e attualmente passa di mano a 123,324, lo 0,2% in più rispetto al dato precedente. Grazie a indicazioni positive in arrivo dai dati macro (in particolare da investimenti, mercato immobiliare e fiducia dei consumatori) non tramonta l’ipotesi di un incremento dei tassi nella riunione della Federal Reserve in calendario a giugno. Di questo avviso Jeffrey Lacker, n.1 della Federal Reserve di Richmond. A chi gli chiedeva se nella prossima riunione voterà a favore o contro il primo incremento del costo del denaro, Lacker ha fatto sapere di non aver ancora deciso, “valuterò le indicazioni in arrivo dai dati macroeconomici”.
Le minute della riunione della Bank of Japan ad aprile hanno confermato che le aspettative di inflazione sono in discesa. “Diversi membri -riportano i verbali- ritengono che la situazione attuale sia caratterizzata da una considerevole dose di incertezza, soprattutto a causa dell’andamento nel medio-lungo termine delle aspettative di inflazione e, sul fronte dei prezzi, c’è il pericolo di un ribasso”.
Il biglietto verde mostra i muscoli anche contro la moneta unica, alle prese con l’affermazione di Podemos nelle elezioni amministrative spagnole e con l’escalation della tensione sul fronte greco. Ormai gli operatori sono consapevoli che a meno di una radicale ristrutturazione del debito, Atene è da considerarsi insolvente. Anche nel caso in cui un’intesa in extremis dovesse permettere alla Grecia di onorare i debiti in scadenza a giugno con il Fondo monetario internazionale, a luglio il problema è destinato a riproporsi quando ci saranno da rimborsare 3,5 miliardi di euro di bond detenuti dalla Banca centrale europea (e poi ci sono altri 3,2 miliardi ad agosto).
Poco prima del giro di boa in Europa un euro vale 1,09 dollari, un quarto di punto percentuale in più rispetto al dato precedente (-1,75% nelle ultime cinque sedute). “L’eurodollaro sembrerebbe intenzionato a estendere la sua discesa in scia dei timori sul default di Atene in vista del pagamento al Fmi della prossima settimana”, si legge in una nota elaborata dal Crédit Agricole. Anche alla luce dell’affermazione di Podemos e convinto che qualsiasi rialzo del cross sarà limitato, l’istituto francese conferma l’operatività short sull’eurusd “da 1,1385 con target 1,08 e stop a 1,1680”.