Nokkie e loonie penalizzati dal tonfo del greggio

Il greggio manda al tappeto nokkie e loonie. Segno meno per la corona norvegese e per il dollaro canadese che pagano pegno alle vendite che stanno travolgendo i prezzi del petrolio, scesi ai minimi pluriennali. Nelle ultime cinque sedute il Brent ha perso il 4,2% mentre il Wti è sceso di 6 punti percentuali e il saldo relativo l’ultimo mese segna rispettivamente un calo dell’11,3 e dell’13,63%.
In un contesto già di per sé caratterizzato dal superdollaro, da una domanda globale fiaccata dalla debolezza del contesto macro e dal balzo dell’output innescato dallo sfruttamento delle fonti non convenzionali, negli ultimi giorni a penalizzare l’oro nero ci si è messo anche lo sconto praticato dai produttori sauditi agli acquirenti statunitensi.
L’incrocio tra il dollaro e la corona norvegese oggi è salito fino a 6,89598, il livello massimo dal primo trimestre del 2009, portando il saldo mensile e quello trimestrale al +5 e al +9,5%. Saldo positivo anche per il cross usd/cad che, cresciuto rispettivamente dell’1,5 e del 4,6 per cento, è arrivato a toccare 1,1426 per la prima volta in cinque anni.
A penalizzare ulteriormente il loonie (dal nome dell’uccello marino raffigurato sulla moneta da C$1) ci sono anche le dichiarazioni del governatore della Bank of Canada Stephen Poloz che ha confermato il bisogno di continuare a stimolare la ripresa economica. “Rischi finanziari, in particolare quelli legati al comparto immobiliare, rappresentano fonte di preoccupazione”, ha detto Poloz nel corso di una testimonianza alla Camera dei Comuni. “La nostra economia continua a fronteggiare diversi rischi e gli stimoli sono necessari per superare l’attuale momento”.