Notizie Notizie Italia Mps: spuntano 17 miliardi di bonifici, accusa di truffa per i vertici

Mps: spuntano 17 miliardi di bonifici, accusa di truffa per i vertici

29 Gennaio 2013 09:29

Non accenna a placarsi la bufera sul Monte dei Paschi. La nuova accusa è quella di truffa nei confronti degli azionisti di Mps da parte dei vertici della banca senese, tra cui anche l’ex presidente Giuseppe Mussari, in merito all’acquisto di Antonveneta (pagata circa 10,3 miliardi di euro) e ad una girandola di bonifici da 17 miliardi di euro.

I bonifici
Più nel dettaglio, agli atti della Procura di Siena risultano otto bonifici per un totale di 17 miliardi di euro con destinazione Amsterdam, Madrid e Londra e che in 11 mesi (tra il 30 maggio 2008 e il 30 aprile 2009) sono serviti a concludere l’operazione Antonveneta. Dagli atti risulta un primo bonifico, effettuato il 30 maggio 2008, da 9 miliardi di euro e 267 milioni di euro in favore di Abn Amro Bank con sede ad Amsterdam e che Banco Santander, come scritto nel documento inviato da Mps alla Consob relativamente all’acquisizione di Antonveneta, ha nominato soggetto venditore titolare di diritti e obblighi derivanti dall’accordo. Lo stesso giorno è stato inviato un secondo bonifico a Banco Santander da 2,5 miliardi mentre il 31 maggio 2009 c’è traccia di altri due bonifici da 1,5 miliardi e da 67 milioni sempre alla banca con sede a Madrid. Mps infine invia gli altri quattro bonifici il 30 aprile, i primi due a Banco Santander (1 miliardo e 49 milioni) e i restanti a Abbey National Treasury Service Plc di Londra per un importo di 123,3 milioni e di 2,5 miliardi di euro. E proprio su quest’ultimi due si sono accesi i fari più intensi: a detta di alcune voci tali somme sarebbero rientrate successivamente in Italia beneficiando dello scudo fiscale.

Niente commissariamento per Bankitalia
Banca d’Italia è sicura. Non ci sarà alcun commissariamento per Monte dei Paschi. A dirlo alcune fonti all’interno di Via Nazionale riportate dalla stampa nazionale. A fare eco alle indiscrezioni sono le parole del presidente dell’istituto bancario, Alessandro Profumo, che sull’ipotesi del commissariamento ha ribadito che non è e non sarà un argomento in discussione.

Ipotesi vendita quota della Fondazione
Stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, la Fondazione Mps, azionista di maggioranza relativa con una quota in mano del 34,9% della banca senese, avrebbe intenzione di vendere una parte del suo pacchetto azionario per fare cassa e rimborsare l’ultima parte d’indebitamento che ancora la vede esposta nei confronti di un pool di banche d’affari capitanato da JP Morgan. Nel dettaglio, Palazzo Sansedoni, sarebbe pronta a frazionare il proprio pacchetto in vendita non appena il titolo tornerà sopra i 30 centesimi. Il quotidiano di Confindustria ipotizza che con le azioni a 0,36 euro e con una capitalizzazione del gruppo a 3,5 miliardi di euro, la vendita del 10% avrebbe come conseguenza la chiusura dell’esposizione debitoria. L’operazione, scrive il giornale, sarebbe destinata a ripetersi visto che l’Ente prossimamente dovrà affrontare l’aumento di capitale da 1 miliardo con esclusione del diritto d’opzione che porterà la sua quota al di sotto della soglia del 20% del capitale di Mps e con conseguente aumento dell’appeal di operazioni M&A di Mps.

Profumo e l’arrivo di un socio
All’indomani della turbolenta assemblea del Monte dei Paschi, che ha dato il via libera all’aumento di capitale da 6,5 miliardi di euro, è stato Alessandro Profumo a parlare. In un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore, il presidente di Rocca Salimbeni ha auspicato l’arrivo di un socio finanziario di lungo termine nella banca senese, sottolineando inoltre l’obiettivo per quest’anno di tornare a produrre utili. Il numero uno della banca toscana punta inoltre a eliminare dallo statuto il tetto del 4% al diritto di voto nelle assemblee. Sui Monti Bond, Profumo ha annunciato la loro emissione entro febbraio, rimarcando come Mps non sia in presenza di una nazionalizzazione e come i bond siano necessari per il raggiungimento dei parametri patrimoniali imposti dall’Eba, oltre a dare sicurezza e stabilità finanziaria alla banca. Per quanto riguarda l’ultima ricapitalizzazione (approvata venerdì dal board), le tempistiche per un suo varo dettate da Profumo sono entro il 2015.

L’attesa ora è per oggi alle 15 quando il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, riferirà davanti alle commissioni riunite Finanze di Camera e Senato sulla vicenda.