Notizie Notizie Italia Mps: Profumo, non vogliamo vendere la banca. Aumento di capitale necessario, ma non a breve

Mps: Profumo, non vogliamo vendere la banca. Aumento di capitale necessario, ma non a breve

9 Ottobre 2012 13:13

Non vogliamo vendere la banca. Alessandro Profumo prova a tranquillizzare la platea dei soci del Monte dei Paschi riuniti oggi in assemblea. Assemblea che ha deciso di dare al Cda di Rocca Salimbeni la delega per un aumento di capitale fino a 1 miliardo di euro (con l’esclusione del diritto di opzione). La delega ha una durata di cinque anni anche se l’aumento verrà portato  a termine con ogni probabilità entro il 2015, ovvero prima della chiusura del piano industriale. Il presidente della banca senese ha dichiarato di non conoscere assolutamente chi potrà sottoscrivere la ricapitalizzazione. Un aumento definito necessario da Profumo ma che non si farà in tempi brevi.

L’ex numero di Unicredit ha poi cercato di far leva sul forte attaccamento al territorio del Monte, assicurando che l’istituto ha la forza per mantenere la propria autonomia e indipendenza. Ad una condizione: la banca rimarrà a Siena solamente se verrà rimborsato il prestito pubblico, richiesto lo scorso giugno durante la presentazione del piano industriale. Un business plan molto orientato al contenimento dei costi attraverso la chiusura di 400 filiali e una riduzione del personale di 4.600 unità.

All’assemblea ha preso la parola anche il direttore generale Fabrizio Viola, che ha annunciato di aver assistito ad un’inversione di tendenza negli ultimi mesi sotto il profilo commerciale. Viola ha poi fatto il punto sulle recenti ispezioni avviate da Consob e Bankitalia: la prima è terminata, mentre la seconda si è già conclusa.  

Le agenzie di stampa riportano di una grande tensione in assemblea, dove è partita la contestazione a Gabriello Mancini, presidente della Fondazione che controlla il Monte dei Paschi. Mancini ha ribadito l’appoggio di Palazzo Sansedoni al piano di ristrutturazione messo a punto dai vertici della banca e ha difeso la scelta della Fondazione di votare sì per l’aumento di capitale. Mancini si è detto fiducioso che, fermo restando gli obiettivi industriali, il management riesca comunque a ridurre le esigenze di capitale.