Mps: Fabrizi, “non possiamo essere preda”
I lacci della politica hanno finora imbrigliato le chance di crescita di Mps che deve però porsi come soggetto aggregante così da preservare la propria indipendenza strategica. E' il grande rimpianto per la mancata acquisizione di Bnl a distinguere il commiato del presidente Pier Luigi Fabrizi che ieri insieme al direttore generale Emilio Tonini ha illustrato alla comunità finanziaria i risultati del 2005: l'utile netto è migliorato del 42,4% a 790 milioni a fronte di un dividendo di 0,13 euro e di una raccolta diretta da 87,6 miliardi. A conti fatti Mps si prepara quindi a riservare 200 milioni di cedola nelle casse della Fondazione Mps di Giuseppe Mussari con cui Fabrizi ha ingaggiato un lungo braccio di ferro sul futuro della banca. "Le discussioni in atto a Siena" sul rinnovo del cda hanno "un sapore fortemente politico", ha scandito il banchiere sottolineando il proprio ruolo tecnico.