Mps: Alexandria penalizza i conti del terzo trimestre, CET1 sale all’11,7%
Penalizzato dai costi una tantum legati alla chiusura dell’operazione “Alexandria”, il terzo trimestre del gruppo Monte dei Paschi di Siena si è chiuso con una perdita di 109 milioni di euro. Mettere la parola fine alla transazione con Nomura è costato 88 milioni di euro. Gli analisti avevano stimato un passivo trimestrale maggiore e pari a 126 milioni di euro. Sui nove mesi, l’utile del Gruppo senese è stato pari a 84,7 milioni di euro a fronte di un deficit di circa 1.150 milioni registrato al 30 settembre 2014.
Il margine di interesse nei nove mesi segna un incremento annuo del 12,1% attestandosi a 1.740 milioni. La crescita, riporta la nota della società, è “riconducibile al minor importo medio dei Nuovi Strumenti Finanziari (NSF) e al miglioramento della forbice media”. +5,1% invece per le commissioni nette che salgono a 1.358 milioni e +8,4% per i ricavi a 3.384,2 milioni. Sul trimestre, il margine di interesse si attesta a 568,5 e le commissioni a 431,2 milioni, con il totale dei ricavi che, a 957,5 milioni (consenso 945 milioni), segna un calo rispetto ai 1.186,1 milioni del terzo trimestre 2014.
Netto segno meno invece per le rettifiche su crediti, pari a 1.414 milioni di euro con un contributo del terzo trimestre di circa 430 milioni. In linea con gli obiettivi del piano industriale, la copertura dei crediti deteriorati, al 48,6%, “si è mantenuta -riporta il comunicato – tra le più elevate del sistema bancario italiano”.
Al 30 settembre il coefficiente patrimoniale CET1 (Common Equity Tier 1 ratio) fully loaded si attestava all’11,7% (+100 punti base sul dato proforma relativo giugno 2015) mentre il transitional risultava pari al 12% (+67pb su giugno 2015). Due i fattori che hanno favorito l’incremento dei ratio, l’aumento di capitale dedicato al MEF a fronte del pagamento della cedola dei NSF e la chiusura della transazione Alexandria.