Mosca alza i tassi al 17%, ma discesa del rublo non conosce fine


Il governo russo ha convocato una riunione d’emergenza per discutere della crisi finanziaria che sta inghiottendo il paese in seguito più grande calo della moneta dal 1998, l’anno del default della Russia.
Sesto rialzo tassi del 2014
La banca centrale ha rimarcato che la mossa è finalizzata a rafforzare il rublo, limitare i rischi di inflazione e aiutare l’economia del paese su cui pesano le sanzioni comminate dall’Europa. Già settimana scorsa la banca centrale aveva alzato il costo del denaro di 100 punti base, mossa che però si era rilevata insufficiente a frenare la caduta verticale del rublo che ieri ha toccato i nuovi minimi storici contro euro e dollaro con ribassi giornalieri vicini al 10%. Ieri la Bank of Russia ha dovuto cancellare un’asta da 700 miliardi di rubli (circa 11,6 miliardi dollari) di titoli di Stato a tre anni a causa della mancanza di offerte. Secondo diversi analisti il rialzo dei tassi non basta a placare la speculazione contro il rublo e la banca centrale dovrà implementare ulteriori mosse. Quest’anno la Bank of Russia ha alzato i tassi sei volte e speso oltre 80 miliardi di dollari di riserve valutarie per contrastare la discesa del rublo.
Dipendenza dal petrolio e controindicazioni della stretta sui tassi
Secondo la US Energy Information Administration, nel 2013 le vendite di petrolio gas naturale hanno rappresentato il 68 per cento del totale delle entrate delle esportazioni della Russia. Ieri la stessa banca centrale russa ha detto di attendersi un’economia di contrazione del 4,5/4,7% nel 2015, la discesa più marcata dal 2009, considerando prezzi del petrolio in media a 60 dollari al barile.
“L’azione della Banca centrale russa avrà come effetto collaterale una ricaduta negativa sulla crescita economica del Paese, a causa dell’aumento del costo del denaro”, rimarca Pavel Laberko, Head of Russian Equities di Union Bancaire Privée – UBP, che vede in particolare le banche locali come le prime a subire il colpo. “Ora, possiamo aspettarci di sentire sempre più notizie su istituti di credito russi non in grado di continuare la propria attività”, rimarca l’esperto di UBP.