Microsoft -Yahoo: pareri contrastanti tra gli analisti
Non sono totalmente concordi i pareri raccolti da Finanza.com sulla maxi Opa da 44,6 miliardi di dollari lanciata oggi da Microsoft su Yahoo. Per Giulio Baresani Varini, direttore degli investimenti per Banca Mb, si tratta ad esempio di un’operazione valida dal punto di vista industriale, ma che non basta per dire che il mercato ha risolto i suoi problemi, mentre per Andrew Frank, vice presidente della società di ricerca Gartner, i problemi per le due società potranno venire una volta completata l’integrazione.
Frank in particolare mostra qualche perplessità sull’operazione. “Sebbene le sinergie tra i due gruppi, che Microsoft stima essere in circa un miliardo di dollari all’anno, siano sulla carta certamente forti, c’è un problema di non poco conto che affiora: in che modo saranno in grado di continuare a operare durante la loro integrazione – spiega- il mercato della pubblicità in Rete richiede significativi livelli di servizi di account e perfino la sola percezione di diversità potrebbe portare maggiore business ai competitor”. Inoltre, secondo Frank un’operazione di tale portata non sarà vista positivamente dall’Antitrust. Se l’attuale amministrazione negli Stati Uniti è apparsa meno propensa a porre dei problemi a queste operazioni, negli ultimi anni l’Unione Europea non è apparsa così magnanima, contrastando in modo aggressivo questi merger. E Microsoft ne se sa già qualcosa dopo la maxi multa da 497 milioni di euro inflitta da Bruxelles per abuso di posizione dominante.
E’ un’operazione che ha scosso in modo sorprendente i mercati – commenta Davide Scutti di Zenit Sgr. Operazioni di questo tipo, meno eclatanti, ma che hanno riguardato l’acquisto di società complementari al proprio business da parte di società tecnologiche, si sono già realizzate”. Nel particolare l’operazione potrebbe essere positiva per Microsoft. “Yahoo è più avanti di Microsoft nello sviluppo di alcuni servizi, insieme potranno offrire una vastità di servizi che potranno controbilanciare Google.
Un’operazione di questo tipo potrebbe anche dare l’indicazione che il mercato è arrivato vicino a un pavimento. “Potrebbe essere ma non basta – spiega Baresani Varini – certamente per chi andava corto è un campanello d’allarme. Per la fiducia del mercato è importante, ma non ci sono tante Microsoft in giro. Questa operazione non è la svolta, ma un freno al pessimismo almeno per ora”.
Il pensiero va al ritorno di un M&A che sembrava morto dopo i fasti della prima parte del 2007 e che si ripresenta in grande stile, con un’operazione caratterizzata da multipli altissimi. L’offerta di Microsoft a 31 dollari per azione non solo valorizza il titolo con un premio del 62% rispetto alla chiusura di giovedì, ma complessivamente è pari a 9 volte il valore delle fatturato 2007 di Yahoo, 23 volte il margine operativo lordo e 63 volte gli utili del 2007. “Quello della tecnologia è uno dei settori meno indebitati e che quindi soffre meno del credit crunch”, spiega ancora Baresani Varini. In questo modo si spiegherebbe l’entusiasmo che oggi si è respirato anche in Italia su titoli come Tiscali o Stm, che potrebbero tornare al centro dell’attenzione di operatori di più grande stazza.