MF Global: crack Usa numero 8, in cassa oltre tre miliardi di titoli di Stato italiani
Chi troppo vuole nulla stringe. Non ne ha tenuto conto Jon Corzine, capo di MF Global, convinto che i rischiosi titoli di Stato europei – italiani e spagnoli in primis – fossero l’affare del secolo, un modo audace per fare soldi facili. Ne era tanto convinto da non considerare questo investimento un rischio per la sua ambiziosa società di brokeraggio, che nonostante le dimensioni relativamente piccole utilizzava fondi propri come una vera investment bank. Tanto convinto da convincere anche nomi importanti della finanza e non a concedere prestiti non garantiti. Ma ora, dei sogni dell’ex Ceo di Goldman Sachs, resta solo il cosiddetto Chapter 11: la procedura di bancarotta assistita, per quello che è l’ottavo default finanziario per dimensioni nella storia degli Stati Uniti.
Dopo il downgrade, la crisi
La crisi è scoppiata pochi giorni fa, dopo il downgrade del rating della società a livello “junk” da parte delle agenzie di rating Moody’s e Fitch, e dopo il BBB- di Standard&Poor’s. Da allora il titolo MF Global ha cominciato a perdere rapidamente valore, fino ad oltre il 70%. Corzine ha cercato di tappare la falla chiedendo un prestito da 1,3 miliardi a Citigroup Bank of America e Jp Morgan e tentando un deal con il broker on line Interactive Brokers, che avrebbe dovuto acquistarne tutti gli asset. Tuttavia, la scoperta di un ammanco tra 700 e 950 milioni di dollari in soldi dei clienti dalle casse di MF Global, sul quale si sta ancora indagando, ha mandato all’aria l’accordo e costretto Corzine a chiedere ieri mattina la bancarotta assistita come da “Chapter 11”.
Bond europei pericolosi hanno provocato il default
MF Global, broker dei derivati, non è paragonabile a Lehman Brothers né per la dimensione del default (40 miliardi contro 639) né per numero di dipendenti (2900 contro 25 mila), eppure anche in questo caso è stata una scommessa sbagliata e rischiosa a compromettere tutto. MF Global era esposta per 6,3 miliardi di dollari ai titoli di Stato europei, in particolare ad oltre 3 miliardi di debito italiano e a circa un miliardo in titoli spagnoli, oltre a titoli portoghesi, irlandesi e belgi. Soprattutto titoli rischiosi, ad alto rendimento. Probabilmente il presidente Jon Corzine, ex Ceo di Goldman Sachs ed ex governatore del New Jersey, riteneva di aver fatto bene i suoi conti. Eppure, con tutta la sua esperienza, non ha saputo prevedere il protrarsi della tempesta sul debito sovrano che ha travolto l’Europa, colpendo anche il gruppo da lui trasformato da broker dello zucchero a mini-investment bank che godeva della fiducia di creditori non garantiti come Jp Morgan, Deutsche Bank, Bloomberg Finance, Cnbc, PricewaterhouseCoopers e Kpmg, e che contava tra i suoi azionisti nomi come il fondi Jc Flowers, che ne detiene il 10%. Le perdite trimestrali riportate dal gruppo sono state di circa 190 milioni di dollari.
MF Global sospesa dalle borse mondiali
In attesa degli sviluppi della vicenda, tutte le principali borse mondiali stanno sospendendo MF Global dalle operazioni. Il CME, l’Intercontinental Exchange e il Singapore Exchange hanno bloccato ieri la società mentre è di questa mattina la sospensione anche da parte della Borsa di Londra e di Milano. La Federal Reserve ha rimosso MF Global dai 22 primary dealer nei treasury bonds, tra i quali la società di Corzine era entrata solo quest’anno.