Mercati in tilt con venti di guerra in Ucraina, a Milano banche giù fino a -7%. In corsa oro e altri asset rifugio
I timori legati all’escalation della crisi Ucraina mandano in tilt i mercati. Nel weekend è cresciuto di ora in ora il rischio di un’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Diverse nazioni, inclusi Stati Uniti e Regno Unito, hanno consigliato ai propri cittadini di lasciare l’Ucraina. Nelle ultime ore il presidente americano Joe Biden, stando a quanto ha riferito la Casa Bianca, ha detto al presidente ucraino Volodymyr Zelensky che gli Stati Uniti, insieme agli alleati, “risponderanno in modo rapido e deciso” ad un’aggressione della Russia. Una lunga telefonata tra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il presidente russo Vladimir Putin non ha prodotto risultati nella direzione di una riduzione dell’escalation.
Stamattina l’indice Ftse Mib segna -3,76% a quota 25.955 punti. Tra le big di Piazza Affari si segnalano i cali marcati di Unicredit (-5,8% a 14,77 euro) e Intesa Sanpaolo che cede oltre il 5,5% in area 2,69 euro. Peggio fa Banco BPM che cede oltre il 7%. Giuseppe Castagna, ad di Banco BPM, avrebbe avuto nuovi contatti con ceo di Credit Agricole Italia in vista di una possibile business combination, una mossa difensiva a fronte dell’eventuale OPA ostile di Unicredit.
Male anche Stellantis a -4,9% sotto i 16 euro.
Riflettori su petrolio, oro e valute rifugio
Tensioni che si riflettono sui prezzi del petrolio che continuano a salire con Brent arrivato in area 96 $ (top a oltre 7 anni) sui timori di shock sul fronte dell’offerta. Caro energia che fornisce un ulteriore impulso all’inflazione globale e conseguenti contromosse delle banche centrali anche se sul fronte Fed si è attenuata la speculazione secondo cui marzo potrebbe vedere un aumento di 50 punti base e sono svanite le preoccupazioni che la riunione non programmata del consiglio di amministrazione della Fed di oggi possa vedere un improvviso aumento dei tassi. Nel fine settimana, Mary Daly della Fed di San Francisco ha affermato che un approccio troppo aggressivo alla politica monetaria potrebbe essere di per sé destabilizzante.
Tra gli altri asset si segnalano gli acquisti sui classici asset rifugio: l’oro sale dello 0,88% a quota 1.858 dollari, +1.4% per l’argento. Tra le valute si rafforzano franco svizzero, yen e dollaro Usa. “Gli sviluppi in Russia/Ucraina sono la chiave delle mosse di mercato di questa settimana – spiegano gli esperti di Ing – con la mancanza di una riduzione dell’escalation che supporta ulteriormente JPY, CHF e USD. Quest’ultimo dovrebbe essere aiutato anche dalle persistenti speculazioni su un aumento di 50 punti base della Fed a marzo”. Ing puntualizza che “nonostante alcuni flussi più elevati verso il rifugio sicuro, i mercati rimangono piuttosto riluttanti a prezzare un premio per il rischio geopolitico considerevole”.