Mercati Emergenti, La differenziazione sarà l’elemento cardine nel 2017″
Per tutto il 2016, i Mercati Emergenti hanno dovuto fronteggiare una serie di eventi di rischio, dai quali parrebbero però essere usciti indenni. Il 2017, tuttavia, si annuncia più incerto rispetto alla performance di questa asset class nel nuovo “paradigma” mondiale. “Molto più che in passato, siamo convinti che nel 2017 la differenziazione avrà un ruolo cardine per gli investimenti sui Mercati Emergenti”, spiega Sailesh Lad, gestore del fondo AXA WF Emerging Markets Short Duration Bonds.
Trumpnomics
Vediamo con Lad quali sono nel dettaglio i principali fattori di rischio. Al primo posto, ovviamente, le Trumpnomics, i cui effetti potranno vedersi solo intorno alla metà del primo trimestre, mentre fino a quel momento è più che lecito aspettarsi che i mercati continueranno a reagire in maniera eccessiva alle notizie di attualità. “La prima reazione del mercato alla vittoria elettorale di Trump, e alla conseguente fase di attesa della nuova politica economica, è stato un aumento dei tassi di rendimento, non solo negli Usa, ma in tutti i mercati a reddito fisso: un paradigma che, a nostro parere, durerà ancora per qualche tempo”, spiega Lad. Che aggiunge: “Recentemente abbiamo anche assistito alla reazione della Federal Reserve e, per quanto la Banca centrale abbia dichiarato che l’aumento degli interventi sui tassi d’interesse previsti per il 2017 non sia correlato alla politica economica della nuova amministrazione, ravvisiamo una tendenza verso l’aumento del rischio. Chiaramente, come è stato nel 2016, qualsiasi deviazione in direzione espansiva a partire da questo momento potrebbe favorire questa asset class”. In definitiva i Mercati Emergenti subiranno ulteriori pressioni a causa del rafforzamento del dollaro, che porterà a una graduale flessione dei tassi di cambio. Tuttavia, come sempre accade, ci saranno dei vincitori e dei vinti, e in questo senso la differenziazione avrà un ruolo di capitale importanza. “Il nostro fondo nel 2016 ha mostrato una preferenza per l’America latina e l’EMEA rispetto all’Asia e crediamo che anche nel 2017 non ci saranno cambiamenti rilevanti in questo senso”, dice Lad.
Traiettoria rialzista dei fondamentali di crescita
In generale i fondamentali di crescita degli EM sembrano proseguire il loro trend di miglioramento, in un contesto di prospettive inflazionistiche favorevoli. Da questi due elementi si può ipotizzare che, nel complesso, le Banche centrali emergenti andranno nella direzione dell’inasprimento monetario con maggiore decisione rispetto alle controparti del mondo sviluppato. “Se consideriamo gli aspetti tecnici, per quanto quest’anno gli afflussi di investimenti verso i bond degli EM potrebbero non corrispondere al precedente modello positivo, le dinamiche di domanda e offerta restano favorevoli”, dice il gestore. Nel 2017 si prevede infatti una riduzione dell’offerta netta rispetto al 2016, sia da parte degli emittenti sovrani che di quelli societari: un dato che attenua qualsiasi timore del mercato rispetto alla domanda dopo il fittissimo calendario di emissioni del 2016. “In un contesto del genere, caratterizzato da un aumento della volatilità e dell’incertezza, le strategie short duration offrono una soluzione ideale per bilanciare rischio e rendimento, limitando al tempo stesso la volatilità”, dice Lad. Che conclude: “Manteniamo quindi un atteggiamento positivo verso questa asset class, con una preferenza per il credito societario rispetto a quello sovrano, e continuiamo a monitorare l’andamento delle valutazioni rispetto ai fondamentali, modificando di conseguenza il posizionamento del portafoglio”.