Notizie Notizie Italia Marchionne attacca Passera: in Brasile lo Stato sostiene l’auto, in Italia no

Marchionne attacca Passera: in Brasile lo Stato sostiene l’auto, in Italia no

21 Settembre 2012 16:19
Nuova entrata in tackle di Sergio Marchionne che non lesina frecciate legate allo scarso impegno dello Stato negli ultimi anni per rivitalizzare il settore auto. L’a.d. di Fiat usa l’esempio del mercato automobilistico brasiliano per portare avanti un confronto tra le due realtà. “Sono felice che il ministro Passera, andando in Brasile, si sia reso conto dei grandi risultati della Fiat in quel Paese – esordisce Marchionne –  e certamente non gli sarà sfuggito che il Governo brasiliano sia particolarmente attento alle problematiche dell’industria automobilistica”.
In Brasile finanziamenti e agevolazioni fiscali, in Italia mancano da inizio anni ’90
Ancora riferendosi al ministro delle Infrastrutture, Corrado Passera, il numero uno del Lingotto fa riferimento al fatto che le case automobilistiche che vanno a produrre in Brasile possono accedere a finanziamenti e agevolazioni fiscali. In particolare per lo stabilimento nello stato di Pernambuco, in corso di costruzione, la Fiat riceverà finanziamenti sino all’85 per cento su un investimento complessivo di 2,3 miliardi di euro. A questi si aggiungeranno benefici di natura fiscale, quando sarà avviata la produzione di automobili, per un periodo minimo di 5 anni. “Per quanto riguarda la Fiat l’ultima operazione del genere in Italia si è verificata all‘inizio degli anni novanta per lo stabilimento di Melfi“, sottolinea Marchionne che non manca di aggiungere che, considerando l’attuale quadro normativo europeo, simili condizioni di finanziamento non siano ottenibili nell’ambito dell’Unione Europea.

Domani pomeriggio Marchionne ed Elkann a palazzo Chigi
Domani pomeriggio i vertici Fiat sono attesi a Palazzo Chigi. Sergio Marchionne e John Elkann vedranno il premier Monti e i ministri Corrado Passera e Elsa Fornero. Un incontro che segue il grande clamore suscitato dopo il dietrofront di Fiat sul piano “Fabbrica Italia”, che inizialmente prevedeva 20 miliardi di euro di investimenti. L’Ad del Lingotto dovrà spiegare al Governo la futura strategia per gli stabilimenti italiani, anche se il piano vero e proprio sarà presentato con ogni probabilità dopo il Cda della casa torinese in programma il prossimo 30 ottobre. Secondo indiscrezioni di stampa, il nuovo piano di Fiat per l’Italia sarà diviso in due fasi: la prima si baserà sulla cassa integrazione in deroga, prepensionamenti e altri ammortizzatori sociali, probabilmente finanziata dal Governo; la seconda, quando la crisi diminuirà d’intensità, vedrà la ripresa dell’originario “Fabbrica Italia”, anche se la tempistica resterebbe incerta.
La Cgil, attraverso il segretario Susanna Camusso, critica invece la scelte del Lingotto di non aver lanciato nuovi modelli a differenza delle altre case automobilistiche. “La Fiat non l’ha fatto ed è necessario interrogarsi su questo”, ha detto la Camusso. Nell’intervista a La Repubblica Marchionne aveva però già risposto a chi lo accusa di aver rinunciato al lancio di nuovi modelli. “Con un modello nuovo, nelle condizioni di oggi, magari avrei venduto trentamila macchine in più. Ma magari avrei perso due miliardi di più”, le parole del Ceo.