Lusso: Armani, Zegna e Ricci le più idonee per quotarsi, ma Valentino potrebbe bruciare le tappe per Ipo
Fermento tra le società italiane del lusso che nei prossimi anni potrebbero decidere di bussare alle porte di Piazza Affari. Secondo la 10° edizione della ricerca sulle aziende quotabili dei settori Moda & Lusso curata da Pambianco è Giorgio Armani la società con le carte più in regola per fare il grande passo in Borsa, seguita a ruota dal gruppo Ermenegildo Zegna. Intanto le ultime indiscrezioni stampa vedono Valentino pronta a tornare a “sfilare” in Borsa già nel 2016 forte di un fatturato che arriverà quest’anno in area 1 mld.
Ritornando alla “Ricerca sulle Top Aziende Quotabili” condotta da Pambianco in partnership con EY (Earnst & Young), in terza posizione come papabili per l’Ipo avanza Stefano Ricci che supera a Dolce & Gabbana, scesa di un gradino in quarta posizione.
Tra le top 50 sel settore moda e lusso quest’anno ci sono 8 new entry: Brandy Melville, Herno, DMT, Alfaparf, Marcolin, La sportiva, Stroili Oro e Colmar. Lo studio, che si pone l’obiettivo di individuare le società italiane che hanno i requisiti tecnici e oggettivi per essere quotate in Borsa in un orizzonte temporale di 3/5 anni indipendentemente dall’effettiva quotazione, indica anche le 15 aziende dell’Arredo e del Design potenzialmente più pronte per l’avventura in Borsa. I primi 3 posti sono stati conquistati da Flos, Kartell e B&B Italia.
Tra le top 50 sel settore moda e lusso quest’anno ci sono 8 new entry: Brandy Melville, Herno, DMT, Alfaparf, Marcolin, La sportiva, Stroili Oro e Colmar. Lo studio, che si pone l’obiettivo di individuare le società italiane che hanno i requisiti tecnici e oggettivi per essere quotate in Borsa in un orizzonte temporale di 3/5 anni indipendentemente dall’effettiva quotazione, indica anche le 15 aziende dell’Arredo e del Design potenzialmente più pronte per l’avventura in Borsa. I primi 3 posti sono stati conquistati da Flos, Kartell e B&B Italia.
Per quanto concerne la crescita dei fatturati, il settore Moda & Lusso, con una crescita del fatturato 2014 dell’8,8% ha un tasso quasi doppio rispetto al settore Arredo & Design che cresce del 4,6%.
Ultimi rumor vedono ritorno Valentino in Borsa già nel 2016
A ridosso delle papabili per la quotazione si posiziona Valentino (7° posto, con un guadagno di ben 10 posti), che secondo le ultime indiscrezioni starebbe bruciando le tappe e preparando un’Ipo già entro giugno 2016. L’obiettivo della maison, secondo quanto riportato oggi dal Corriere della Sera, sarebbe un’operazione rivolta soprattutto a investitori istituzionali con l’obiettivo principale che non è raccogliere risorse visto che l’azionista di riferimento è la famiglia reale del Qatar, piuttosto quello di dare maggiore visibilità alla crescita del gruppo che quest’anno dovrebbe raggiungere quota 1 miliardo di euro di fatturato. Sul mercato andrebbe fino al 50% delle azioni.
A ridosso delle papabili per la quotazione si posiziona Valentino (7° posto, con un guadagno di ben 10 posti), che secondo le ultime indiscrezioni starebbe bruciando le tappe e preparando un’Ipo già entro giugno 2016. L’obiettivo della maison, secondo quanto riportato oggi dal Corriere della Sera, sarebbe un’operazione rivolta soprattutto a investitori istituzionali con l’obiettivo principale che non è raccogliere risorse visto che l’azionista di riferimento è la famiglia reale del Qatar, piuttosto quello di dare maggiore visibilità alla crescita del gruppo che quest’anno dovrebbe raggiungere quota 1 miliardo di euro di fatturato. Sul mercato andrebbe fino al 50% delle azioni.
Harmont & Blaine guarda a Ipo nel 2019 con fatturato in area 200 mln
L’Ipo è nei programmi anche di Harmont & Blaine, azienda partenopea attiva nell’abbigliamento upper-casual che dallo scorso ottobre ha visto entrare nell’azionariato il private equity Clessidra con una quota del 40%. “Si è avviata una rilettura delle attività del gruppo. Nel 2015 abbiamo tirato il fiato e cresceremo a cifra singola, ma nel 2016 puntiamo a mostrare una crescita a due cifre con fatturato visto a 90 mln di euro (dai 78-79 mln stimati per il 2015)”, ha dichiarato oggi Domenico Menniti, presidente di Harmont & Blaine, intervenuto a margine della presentazione dello studio “Quotabili 2015” curato da Pambianco in collaborazione con EY. “Dopo Parigi sono previste aperture anche in Spagna e Stati Uniti – ha aggiunto Menniti – contiamo anche di stringere una joint venture sul mercato cinese”. Entro il 2018 il gruppo partenopeo conta di chiudere la prima fase del proprio programma di crescita e “affacciarsi al 2019 con tutte le carte in regola per la quotazione, ossia un fatturato che dovrà arrivare in area 200 mln di euro”, è la previsione di Menniti.
L’Ipo è nei programmi anche di Harmont & Blaine, azienda partenopea attiva nell’abbigliamento upper-casual che dallo scorso ottobre ha visto entrare nell’azionariato il private equity Clessidra con una quota del 40%. “Si è avviata una rilettura delle attività del gruppo. Nel 2015 abbiamo tirato il fiato e cresceremo a cifra singola, ma nel 2016 puntiamo a mostrare una crescita a due cifre con fatturato visto a 90 mln di euro (dai 78-79 mln stimati per il 2015)”, ha dichiarato oggi Domenico Menniti, presidente di Harmont & Blaine, intervenuto a margine della presentazione dello studio “Quotabili 2015” curato da Pambianco in collaborazione con EY. “Dopo Parigi sono previste aperture anche in Spagna e Stati Uniti – ha aggiunto Menniti – contiamo anche di stringere una joint venture sul mercato cinese”. Entro il 2018 il gruppo partenopeo conta di chiudere la prima fase del proprio programma di crescita e “affacciarsi al 2019 con tutte le carte in regola per la quotazione, ossia un fatturato che dovrà arrivare in area 200 mln di euro”, è la previsione di Menniti.